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lunedì 1 dicembre 2025
di Claudio Fontanini
ATTITUDINI: NESSUNA
Un commovente album di famiglia col trio comico tra pubblico e privato
Il nostro docupanettone di Natale lo ha definito scherzosamente Giacomo Poretti presentandolo alla stampa. In realtà Attitudini: nessuna di Sophie Chiarello (già assistente alla regia di Aldo, Giovanni e Giacomo e vincitrice nel 2023 del David per il miglior doc con Il cerchio) è molto di più. 

Un po’ album di famiglia, un po’ testamento artistico, il docu film della regista italo-francese è un viaggio, intimo e sorprendente, nel mondo dei tre comici che si conoscono da oltre trent’anni e hanno saputo trasferire amicizia e sentimenti prima sulle tavole dei palcoscenici e poi in tv e al cinema. 

Ma attenzione, i 118’ che scorrono davanti ai nostri occhi, non riguardano solo la vita del trio ma quella di tutti noi. E’ un film fatto di luoghi, fisici e dell’anima, di svolte e ricordi, di vecchi palazzi e cortili che hanno cambiato faccia. 

Con la Chiarello che fa rotta sul passato intervistando Aldo Baglio, Giovanni Poretti e Giacomo Storti a volte in solitaria e a volte insieme a persone che hanno segnato la loro carriera. Con la casa di Giacomo a fare da sede di ritrovo (Parola d’ordine? Reclinabile risponde Aldo al citofono prima di poter entrare) e gli umori e i sapori di un tempo che non esiste più a rendere ancora più unica la condivisione, artistica ed umana, di questi tre amici diventati attori. 

Siamo tre clown che diventano uno in scena dice Giovanni verso la fine di un film che passa in rassegna oratori e lavori in fabbrica, scuole di mimo (a liberare quella fisicità che risulterà decisiva nella loro comicità) e la Milano del Derby (il locale dove il trio potè sperimentare in completa libertà), Paolo Rossi e Jannacci (con Giovanni che si commuove cantando Per un basin), lo Zelig, la tv svizzera e Mai dire goal dove Aldo, Giovanni e Giacomo presentarono personaggi singoli. 

Si vedono anche pagelle disastrose (il titolo del doc proviene da quella di Aldo col giudizio della maestra di quinta elementare) e una commovente Marina Massironi che fa pace dopo anni coi tre in una confessione a cuore aperto, le madri dei tre attori che descrivono il carattere dei figli e gli inserti di vecchi film con Buster Keaton, Charlie Chaplin e Stanlio e Ollio

Tra materiali d’archivio, interviste e rivelazioni, pubblico e privato s’intrecciano a meraviglia con una malinconia di fondo e la ricetta del successo (Non c’è un leader, siamo tutti gregari e protagonisti). 
Col Tafazzi di Giacomo diventato un simbolo della sinistra dannata (Veltroni legge l’editoriale dell’epoca sull’Unità) e la consapevolezza dell’insuccesso (Non ‘è niente di più fallimentare del successo dice Storti commentano il flop al botteghino e di critica di Fuga da Reuma Park del 2016 dopo il quale il trio si prese 4 anni di pausa). 

Finale struggente sulle note dell’omonimo brano del titolo del film di Brunori Sas in un San Siro che da tempio del calcio si appresta a diventare monumento al passato. 

Per essere un buon comico devi avere fame dice all’inizio Aldo. E noi speriamo che i tre, tornati al cinema con l’ottimo Odio l’estate nel 2020 e Il grande giorno nel ’22 (entrambi con la regia di Massimo Venier) possano ancora regalarci ancora quella malincomicità d’autore sempre più rara nel nostro asfittico panorama cinematografico. 
Da non perdere.  

In sala dal 4 dicembre distribuito da Medusa 


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