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lunedì 2 giugno 2025
di Claudio Fontanini
L’AMORE CHE NON MUORE
Il bellissimo film di Gilles Lellouche campione d’incassi in patria
Un cuore pulsante batte sui titoli di testa di L’amore che non muore (L’amour ouf in originale), il nuovo film di Gilles Lellouche passato in concorso a Cannes 2024 e campione d’incassi in patria con 5 milioni di spettatori. E vedendolo si capisce perché. 

Vibrante, lirica, appassionata e potente, ecco un’opera che viaggia tra i generi (crime, musical, romantic comedy) per 166’ (non spaventatevi, l’orologio non si guarda mai) carichi di adrenalina e malinconia. 

Un cinema al contempo popolare e sofisticato (lode alla regia inventiva e movimentata di Lellouche) che coinvolge emotivamente e visivamente in un corto circuito di sentimenti e rapine che toglie il fiato e rimane a lungo nella mente dello spettatore. 

Con due adolescenti innamorati (Mallory Waneque e lo strepitoso e sfacciato Malik Frikah) nella Franca portuale degli anni ’80 che si ritrovano anni dopo dai banchi del liceo (almeno lei, studiosa e borghese, perché lui, di umili origini, non frequenta le lezioni e coi suoi amici s’inventa la vita tra furti e prepotenze) a pensarsi da lontano. 

Il bello è inutile, nella vita se non ti piace niente non resterai deluso. L’insegnamento (!) paterno di Clotaire (Francois Civil da adulto) è disatteso da quel bandito che spara e nel frattempo si è fatto 12 anni di carcere al posto del figlio del boss (Benoit Poelvoorde in un ruolo inedito) mentre lei (l’Adèle Exarchopoulos de La vita di Adele) si è sposata nel frattempo con un facoltoso imprenditore (Vincent Lacoste) ma non ha mai smesso di pensare a quel ragazzo che giocava con la vita ogni giorno come fosse l’ultimo. 

Diviso in due parti (la prima parte, quella giovanile, è un capolavoro, la seconda più meccanica e convenzionale) e adattamento cinematografico del racconto di Neville Thompson Jackie loves Johnser OK? (1997), sceneggiato da Lellouche con Audrey Diwan e Ahmed Hamidi e accompagnato da una colonna sonora da urlo (si ascoltano tra gli altri i Deep Purple, Billy Idol, Prince e The Cure), L’amore che non muore cita il Leone di C’era una volta in America e pulsa violenza (mai esibita) come in un film di Scorsese

Un Romanzo criminale transalpino che annoda le fila di 20 anni di attese e promesse in una spettacolare sarabanda noir e romantica. Ed ecco un meraviglioso ballo a due immaginato nel bel mezzo di una rissa, scatoloni di creme caramel e musicassette come regali di fidanzamento, prime volte in un campo di fiori e una doppia eclissi che segna il corso del tempo; un matrimonio per coprire una rapina (Il sacrilegio è il migliore degli alibi), uno strip tease stradale sotto il diluvio, scioperi (il porto, dove lavora il padre di Clotaire, sta per essere privatizzato) e  457 parole lette da Clotaire alla sua amata in un sala di pronto soccorso per siglare definitivamente quell’amore che ha viaggiato nel tempo. 

Mentre una falsa pista che ribalta il senso di una storia servita al meglio da un cast da applausi (nel ruolo del padre di Jackie c’è Alain Chabat premiato col Cesar come miglior attore non protagonista). 

Una storia di padri e madri assenti che parla di scelte possibili e bivi esistenziali e morali (La stupidità è una maledizione dice la madre di Clotaire al figlio). Da non perdere.      


 
 

In sala dal 5 giugno distribuito da Lucky Red

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