Una carezza artistica, un balsamo per le anime ferite da questi tempi volgari e brutali, la consapevolezza che un certo tipo di musica, raffinata e colta, è ancora viva. A 12 anni di distanza dal suo ultimo album di inediti (il bellissimo Segnali di umana presenza), Nino Buonocore presenta M.I.S.L.A. (mettiamo in salvo l’amore) e si conferma come autore sensibile ed elegante.
Un cantore dell’amore come pochi, uno che scrive pensando che il particolare e il dettaglio possano diventare universali, che non ha mai seguito le mode e tradito il suo stile (che corrisponde al suo modo di essere) in quasi 50 anni di onorata carriera.
Uscito in Cd e digitale il 21 novembre (etichetta Incipit Records, distribuzione Egea Music), M.I.S.L.A. è un lavoro intimo e necessario che segue la scia di In Jazz (pubblicato nel 2021) con atmosfere rarefatte, contaminazioni e ballate malinconiche. Undici brani (scritti col fedele Michele De Vitis) nati da alcune session in studio e che rivelano la voglia di suonare insieme, un qui e ora unico alla faccia di autotune e tecnologie soffocanti.
Cominciano dal titolo, perché un acronimo?
Ho voluto evitare di essere melenso e usarlo mi ha aiutato nella sintesi e poi credo assuma uno spirito più ribelle. L’aspetto più interessante che vorrei che il mio pubblico cogliesse ascoltando questo nuovo progetto e per il quale si è lavorato tantissimo, è quello legato alla non replicabilità di ciò che vi è suonato. Si è tentato cioè di fare in modo che l’esecuzione restasse sempre in continua evoluzione pensando anche in funzione degli spazi e dei tempi in cui verrà riproposta.
Quindi pochissima post-produzione e libertà assoluta da omologazioni in merito a genere e orientamento stilistico con la sola intenzione di lasciar respirare compiutamente l’armonia e la melodia e la comunicazione dei contenuti. Non troverete strizzatine d’occhio alla musica di tendenza dalla quale mi sono affrancato un po’ da sempre. M.I.S.L.A. è un disco con impasti di sonorità anni ’70, ho scelto di privilegiare qualche imperfezione ma con la vita dentro piuttosto che la pulizia asettica di oggi.
Dodici anni per un nuovo lavoro, perché hai deciso di uscire ora?
Mai come in questo momento storico sentivo il desiderio e l’urgenza di esprimermi. Forse farò storcere il naso a più di qualcuno ma io ne avevo bisogno. Provo a svegliare qualche coscienza, sono figlio della generazione dei grandi cantautori mentre oggi i social hanno trasformato la collettività in un individualismo che ci rende tutti terribilmente soli.
Come si sente un cantautore come te, a 67 anni, nel mondo musicale di oggi?
Io vivo di live, meno lavoro in studio e meglio sto. I dischi possono fermare un momento ma non la creatività che continua a sul palco ogni sera. E poi i dischi di oggi suonano ma dentro, paradossalmente, sembra non esserci musica. Io mi accontento di esprimermi a basso volume rivolgendomi a chi ha ancora voglia di porsi domande e riflettere su se stesso e su gli altri. La mia non è scelta ma rispecchia il mio modo di essere. Non sono mai andato verso il pubblico anche se per anni molti mi hanno chiesto di comporre un’altra Scrivimi stupendosi perché non ci riuscivo. Il problema era che io non volevo proprio farla, sono una sorta di musicista free lance e per fare il mio lavoro significa comunicare.
Ogni volta che t’invitano in tv di chiedono di cantare Scrivimi, ne sei dispiaciuto?
Assolutamente no, non la vivo come una frustrazione. E’ un brano tradotto in 14 lingue che ha fatto il giro del mondo e sdoganarlo ancora oggi mi commuove. Per me quel brano è come un figlio col quale non ho un rapporto sbagliato. Oggi si corre troppo velocemente, è difficile fermare la vita e io mi sorprendo ancora del mio pubblico che ricorda pezzi che credevo avesse dimenticato nel tempo.
Pane, sale & olio, uno dei brani più belli del disco, è una ricetta esistenziale?
E’ un brano che ho scritto 4 anni fa e al quale tengo molto. Racconta della fetta di diventare grandi e di come non ci fermiamo mai a valutare il nostro passato perdendoci momenti preziosi e bellissimi.
In Florinda (No, la Bolkan non c’entra scherza Nino) si parla di attrazioni erotiche adolescenziali.
E’ un ritratto dei miei 15 anni, di quando vedevo dal muretto della via questa bellissima e inarrivabile donna che ho sognato di fare mia.
Infine un omaggio a Ornella Vanoni con la quale Buonocore ha condiviso la passione per la musica brasiliana.
Con lei se ne va una donna immensa e unica, una rappresentante di quella generazione musicale sapeva sempre distinguersi. Ora si vive nell’omologazione e ti confesso che faccio fatica a distinguere le voci e chi canta. C’è un repertorio omogeneo e non vedo all’orizzonte nuove Dionne Warwick e Celine Dion. Iva Zanicchi, Patty Pravo, la Caselli e Ornella erano uniche , artiste riconoscibili dalla prima nota e in più la Vanoni aveva personalità e sensibilità. Una grande interprete che sapeva coinvolgere non solo con la voce grazie al suo passato da attrice.
Tracking list:
Lasciati andare, Vittime, Nessuno, Logica bilogica, L’amore è nudo, Florinda, M.I.S.L.A. Mettiamo in salvo l’amore), Tutto in te, Pane, sale & olio, Sembra facile e la bonus track Meglio così (studio version).