Finché morte non ci separi. Dopo Michael Douglas e Kathleen Turner, protagonisti nel 1989 de La guerra dei Roses di Danny DeVito, ovvero una delle più divertenti commedie nere sul matrimonio mai prodotte, tocca stavolta a Benedict Cumberbatch e Olivia Colman (ri)vestire i panni della coppia che scoppia e che trasforma una lussuosa villa in un campo di battaglia.
Diretto dal Jay Roach di Ti presento i miei e sceneggiato da Tony McNamara (Povere creature), I Roses rilegge il romanzo di Warren Adler e mette in scena una brillante guerra dei sessi aggiornata ai giorni nostri con buon ritmo e due attori che alla loro prima volta insieme sul grande schermo dimostrano una bella chimica.
Si comincia con una seduta dalla terapeuta di coppia (Scrivete dieci cose che amate l’uno dell’altra gli dice ma il risultato sono una serie di insulti reciproci) per tornare indietro nel tempo e scoprire cosa ha portato quei due fin lì.
Dal primo incontro a Londra, con un carpaccio di trota galeotto e a seguire sesso fulmineo nella cella frigorifera del ristorante dove lei lavora come chef (lui invece è un architetto visionario) al trasferimento in California con due figli da crescere ( i metodi educativi sono agli antipodi) e una vita in apparenza serena e felice.
Sarà una tempesta di vento e pioggia a scatenare invidie e risentimenti nascosti. Con l’ultima opera dell’architetto al museo nautico di San Francsico appena inaugurata che crolla inaspettatamente sotto i colpi del maltempo (e con conseguenze disastrose per la carriera di lui) e il piccolo ristorantino di lei (We’ve got crabe si legge sull’insegna) che si popola all’improvviso e grazie alla recensione di una nota critica gastronomica diventa meta obbligata dei buongustai.
Il ribaltamento dei ruoli (Theo a casa ad accudire i due figli adolescenti e Ivy sempre indaffarata e in viaggio) scatenerà ondate di odio dalle quali nessuno uscirà indenne. Chi sacrificherà se stesso sull’altare del matrimonio? Tra impossibili mediazioni e ossessioni crescenti arrivano gli avvocati (quella di lei è accompagnata da un feroce Rothweiler…) mentre intanto i dispetti diventano minacce e quella meravigliosa villa costruita da lui (coi soldi di lei) è il premio ambito a cui nessuno dei due vuole rinunciare.
Allergie ai lamponi e ubriacature newyorkesi, libri di cucina bruciati e aragoste vive nella vasca da bagno, verruche trifolate servite a cena, una balena spiaggiata e muschio irlandese sul tetto da 28.000 dollari. Con Theo che chiude la moglie in una stanza ordinando all’I.A. polka a tutto volume in attesa della firma della moglie che poi farà finta di alzare bandiera bianca (occhio alla firma sul contratto…).
Ma è l’avvocato di Theo (Andy Samberg), sposato con l’irresistibile liberal e ipersessualizzata Amy (Kate McKinnon) a sfornare la ricetta ideale del matrimonio (L’inerzia… e quando fai sesso pensa ad un’altra) mentre ricorda di quando ci si capiva senza parlare mentre a distanza di anni si parla e non ci si capisce.
Provate a dimenticare Douglas e la Turner (inarrivabili) e il divertimento e la perfidia, anche stavolta, sono assicurati.
In sala dal 27 agosto distribuito da Searchlight Pictures