Alla ricerca dell’identità. Blu (il magnifico esordiente Daniele Scardini) ha 9 anni, i capelli lunghi fino alle spalle, maneggia bambole e ama vestirsi da femmina. Mamma (Valentina Lodovini) e papà (Edoardo Pesce) glielo consentono solo in casa ma lui sogna d’indossare i panni della Sirenetta alla recita scolastica.
Parla di trasformazioni e libertà individuale Unicorni, il nuovo film di Michela Andreozzi che apre il Giffoni Film Festival 2025 e mette figli e genitori in viaggio sulla rotta di un percorso di consapevolezza e accettazione. Di se stessi e degli altri.
Con quel piccolo e coraggioso bambino che sa di essere altro da quello che gli altri si aspettano da lui e che vede frantumare l’unità familiare intorno al suo desiderio più intimo.
E sì perché anche un nucleo familiare progressista e illuminato come quello di Lucio - conduttore radiofonico contro il mainstream e attento alle minoranze persino nel menù a tavola - e Elena - proprietaria di un negozio di antiquariato che vorrebbe ristrutturare in sala eventi (ma manca il placet paterno) verrà messo a dura prova da influenze esterne e aspettative sociali che obbligano, uniformano e ingabbiano la diversità.
Ed ecco famiglie allargate (Donatella Finocchiaro è la ex comprensiva di Lucio) e amici che prescrivono come cura adunate testosteroniche (Lino Musella, in un ruolo inedito nei panni del direttore della radio dove lavora Lucio e con ex moglie in cerca di rivincite, la sempre brava Thony), I.A. contro deficienza naturale e discussioni a cielo aperto (i conflitti tra moglie e marito commentati dalla vicina di casa in finestra), messaggi del signor Tinder e varianza di genere.
Con la Andreozzi (autrice anche dello script con Alessia Crocini e Tommaso Triolo) che non trova sempre il tono e il ritmo giusto di questo dramedy italiano che non sarà La mia vita in rosa, il capolavoro di Alain Berliner del 1997 incentrato sullo stessa tema, ma ha il coraggio di mettere in scena un argomento tabù.
Mentre i presunti ribelli si trasformano in pericolosi conformisti, quei no che aiutano a crescere diventano sensi di colpa e la distanza che passa tra parlare ed ascoltare può fare la differenza.
Più educazione emotiva e meno programmi scolastici, dice nel finale la preside della scuola Sergio Endrigo (cameo di Paola Tiziana Cruciani) prima delle note de La vasca di Alex Britti. Una ricetta da tenere a mente per un mondo migliore e un’umanità più responsabile.
In sala dal 18 luglio distribuito da Vision