Qualche didascalia a tutto schermo per proiettarci dalle origini ai giorni nostri ed ecco il nuovo Superman di James Gunn subito sconfitto.
Ha perso la sua prima battaglia nel tentativo di sventare l’invasione del Jarhanpur (facce islamiche che rimandano alla Palestina di oggi) da parte della Boravia guidata da un presidente dall’accento russo e con un supersoldato chiamato Martello che sotto l’armatura forse nasconde qualcos’altro. .
Attaccato dai social (ma Superman non ha tempo per i selfie…) e sopportato dal governo americano (Può un metaumano imporre la politica internazionale?), Superman cura le ferite, di anima e corpo (all’inizio lo vediamo sanguinare a terra) nella fortezza di ghiaccio con base in Antartide.
Guarito col sole giallo dai suoi robot che reclamano un nome e in compagnia del fedele super cagnolino Krypto che lo aiuta in missione, l’uomo d’acciaio di Gunn (interpretato da David Corenswet) inneggia a verità, giustizia e speranza con le armi della bontà e della gentilezza piuttosto che con quella della forza.
Un immigrato, a ben vedere, combattuto tra il suo essere kryptoniano e mezzo umano (Non sono quello che credevo di essere confessa ai suoi genitori adottivi) e che cerca il suo posto nel mondo guidato dalla compassione.
Coi media che diffondono fake news (al fianco del supereroe c’è Louise Lane, la brillante giornalista del Daily Planet interpretata da Rachel Brosnahan), una variegata squadra di metaumani chiamata a mettere ordine in città (la Justice gang con Mister Terrific, Lanterna verde e Hawkgirl) e Superman che deve fronteggiare Lex Luthor (Nicholas Hoult) un supercriminale che dirige una potente Tech corporation (ogni riferimento a Elon Musk non è puramente casuale) ed è in combutta con la Boravia per assicurarsi un nuovo regno nel Jarhanpur.
Tra fabbricanti d’armi e diversivi giganteschi, antiprotoni e buchi neri, evacuazioni e squarci fra universi, tentacoli come sinapsi (Maria Gabriela de Faria nei panni della villain Engineer con nanotecnologie incorporate è tra le cose migliori del film), upgrade e universi tasca, il nuovo Superman manca di pathos e calore (a differenza dell’Universo dei Guardiani della Galassia illustrato a meraviglia dallo stesso Gunn) preferendo specchiarsi nell’attualità politica piuttosto che accompagnare lo spettatore nella psicologia di Superman e in una narrazione progressiva.
Schematico, prevedibile e buonista, il primo reboot del nuovo corso cinematografico dei DC Comics guidato da Gunn si ammira per estetica e confezione tecnica ma non si ama mai fino in fondo. Il mito di Christopher Reeve vola ancora lontanissimo.
In sala dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures