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lunedì 5 maggio 2025
di Claudio Fontanini
BIRD
Un racconto di formazione brutale, poetico e di rara autenticità
Sono ossessionata dal perché le persone diventano ciò che sono. Parola di Andrea Arnold, la regista britannica vincitrice di tre premi della Giuria a Cannes (Red Raod nel 2006, Fish tank nel 2009 e American honey nel 2016) tornata in concorso nel 2024 con Bird che esemplifica ancora una volta al meglio il manifesto esistenziale e autoriale di tutto il suo cinema. 

Racconto di formazione tra favola e periferia puntato sullo sguardo di un’adolescente alla ricerca della propria identità (la prodigiosa Nykiya Adams che fa il suo esordio cinematografico) ecco un’opera brutale e poetica, dolorosa e vitale che cita il cinema di Ken Loack per poi sconfinare in una sorta di realismo magico che regala speranza e nuove possibilità (Andrà tutto bene…). 

Vincitore del premio per il miglior film ad Alice nella Città all’ultima Festa del cinema di Roma, Bird parla di anime ferite e vite allo sbando, famiglie disfunzionali e percorsi di emancipazione attraverso lo strano rapporto di due esseri troppo sensibili per appartenere al mondo circostante. 

Bailey, la ragazzina ribelle che vive in una casa occupata abusivamente nel nord del Kent col giovanissimo padre scapestrato (Barry Keoghan) che sta per risposarsi con la sua nuova fiamma (Frankie Box) e il fratello Hunter (Jason Buda) che colleziona spedizioni punitive in difesa dei più deboli e il Bird del titolo (Franz Rogowski), un misterioso vagabondo arrivato dal nulla alla ricerca dei genitori. 

Sarà la loro strana amicizia a tessere le fila di un film che inizia e finisce in monopattino tra capelli tagliati per dispetto e rane allucinogene, gite al mare e gravidanze inattese, karaoke collettivi e tumulti emotivi. Una rivoluzione interiore accompagnata dalla meravigliosa colonna sonora all’insegna del pop rock britannico, da quello duro a quello melodico (Fontaines D.C., Blur, Coldplay, The Verve), che nei cambiamenti di tono suggerisce il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. 

Senza ideologie o retorica e con qualche situazione prevedibile (quell’angelo custode travestito da uccello sembra la copia del Michael Keaton di Birdman) ma con la forza di un’autenticità rara alla quale corpi e sguardi di un cast da applausi danno valore assoluto. Da vedere. 



In sala dall’8 maggio distribuito da Lucky Red    


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