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lunedì 5 maggio 2025
di Claudio Fontanini
Nottefonda
Viaggio al termine della notte partenopea con Di Leva padre e figlio
Sguardo perso nel vuoto, pistola nel cruscotto e un figlio tredicenne ad accompagnarlo nei suoi viaggi notturni in auto. Dopo la perdita della moglie, avvenuta un anno prima in un incidente automobilistico, Ciro (Francesco Di Leva) vive disperato col chiodo in testa di ritrovare quella macchina che ha causato lo schianto mortale. 

Liberamente tratto da La strada degli americani, il suo libro edito da Frassinelli, Nottefonda di Giuseppe Miale di Mauro è il debutto al lungometraggio di uno dei fondatori, con Di Leva, del NEST a San Giovanni a Teduccio. Meritoria operazione culturale nata in una vecchia palestra abbandonata per volontà di un gruppo di artisti e tecnici che mira al recupero sociale attraverso il teatro di giovani nati in uno dei quartieri difficili di Napoli.  

Viaggio al termine della notte partenopea e opera di morti che seppelliscono morti (la frase dal vangelo di Luca che cita Ciro), Nottefonda, girato in una Napoli inedita dall’ambientazione nord europea (la periferia est, la zona portuale e la circonvallazione esterna che collega Casoria a Castelvolturno), è un film di espiazioni e presa di coscienza definitiva (occhio al bel finale inaspettato) che strizza l’occhio al cinema di Abel Ferrara e alle sue allucinazioni emotive e deve moltissimo all’intesa padre figlio dei due Di Leva (magnifica la sequenza sotto le lenzuola) che giocano di sponda tra vita e arte in un riflesso di stati d’animo e sguardi che scaldano il cuore

Tra luci di Natale e una terrazza condominiale per farsi di crack, suicidi in fabbrica e un videogioco da 500 euro (forse la causa di tutto), un vecchio amico per tornare sulla retta via e la sete di vendetta che diventa oppressione (Se non hai nessuno da distruggere che fai?) , il film di Miale di Mauro convince ed emoziona senza ricatti sentimentali

Una via crucis dell’elaborazione del lutto che mette in scena solitudine e rimpianti ai quali dà corpo la bellissima colonna sonora firmata da Pivio & Aldo De Scalzi con Murì di Franco Ricciardi ad accompagnare i titoli di coda e a riassumere il senso del film.       

In sala dall’8 maggio distribuito da Luce Cinecittà

 
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Foto dall’ufficio stampa

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