Iniziamo dalla fine. Vale a dire che dovendo recensire Brothers, struggente pellicola diretta da Jim Sheridan, il primo grande apprezzamento è tutto rivolto a uno dei protagonisti: Tobey Maguire, famoso per la serie di Spider Man, per la sua splendida e convincente interpretazione nel complesso ruolo del marine Sam Cahill. Il secondo apprezzamento va all’intero cast: ai comprimari Jake Gyllenhaal (Brokeback Mountain, Proof-La prova) nei panni del fratello minore sbandato e poco di buono Tommy; la bellissima Natalie Portman (L’altra donna del re, Closer) che è Grace, moglie di Sam ed il veterano Sam Shepard attore, regista e drammaturgo da Pulitzer che impersona Hank Cahill un reduce del Vietnam e padre inflessibile dei due ragazzi.
Con Brothers, Jim Sheridan regista de Il mio piede sinistro (Oscar al protagonista Daniel Day Lewis) e Nel nome del padre ma anche di The Boxer e In America, continua a mantenere i riflettori puntati su tematiche incentrate sui rapporti familiari. L’idea non è nuova visto che il film è basato sul dramma danese del 2004 Non desiderare la donna d’altri, scritto e diretto da Susanne Bier.
Per la versione americana è stato coinvolto David Benioff, già sceneggiatore de La 25° ora di Spike Lee, di Troy, nonché de Il cacciatore di aquiloni, che ha inserito dei fatti di storia americana recente nella vicenda dei protagonisti (ovvero la guerra in Afghanistan) sebbene la storia base sia rimasta la stessa: “Si tratta di due fratelli, uno ha sempre seguito un percorso corretto con grandi risultati e senza deludere nessuno - spiega lo sceneggiatore - mentre l’altro è quello che ha sempre combinato casini”.
Il capitano Sam Cahill, marine di professione, sposato con Grace e padre di due deliziose bambine (le piccole attrici Bailee Madison di nove anni e Taylor Geare di sette) è in procinto di partire per la sua quarta missione in Afghanistan. Il fratello minore, Tommy, bello e carismatico è appena uscito di prigione; considerato la pecora nera della famiglia soprattutto dal padre, un anziano marine in pensione reduce del Vietnam, con cui vive profondi contrasti.
Sam parte per la guerra, ma viene dichiarato morto quando il suo elicottero viene abbattuto sulle montagne. La famiglia è scioccata e Tommy, pian piano, cerca di sostituire il fratello facendosi carico delle nuove responsabilità per sé, per Grace e le bambine. Ma Sam non è morto: è stato catturato con un commilitone dai talebani. Costretto a subire violenze e traumi devastanti, si salva miracolosamente. Nel frattempo Tommy e Grace iniziano a sentire attrazione l’uno per l’altra. I fragili equilibri appena raggiunti sono destinati a crollare con il ritorno inaspettato di Sam. E’ però un altro uomo, pieno di incubi e paranoie, sospettoso del legame che unisce il fratello e sua moglie, con un doloroso segreto che gli opprime il cuore. “Potrò mai tornare a vivere?” è il quesito che Sam rivolge alla moglie con cui il film si chiude.
Esplorando le complesse dinamiche familiari, le conflittualità che spesso ne derivano, e ponendo l’accento sull’ampia gamma di emozioni umane che queste scatenano sugli individui Sheridan ci regala un film corposo ed intenso.
Non è un film sulla guerra ma piuttosto teso a farne emergere gli effetti devastanti sulla psiche umana e le difficoltà di comprensione e perdono all’interno delle famiglie che ne sono colpite.
“L’esperienza di Sam in Afghanistan va oltre la comprensione comune e cambia la storia, dichiara il regista. E’ superiore ad una semplice tragedia e io ero attirato dalle emozioni eccessive che emergono da questa situazione”.
Una pellicola, questa, che per regia, cast e sceneggiatura potrebbe avere tutte le credenziali per aspirare all’Oscar. A riprova di ciò la recente candidatura ai Golden Globe (considerati l’anticamera degli Oscar) di Tobey Maguire e Natalie Portman, rispettivamente come miglior attore protagonista e migliore attrice non protagonista di film drammatico.
Nelle sale dal 23 dicembre distribuito da 01Distribution.
Curiosità:
* Tobey Maguire ha svolto delle ricerche per il suo ruolo visitando il Camp Pendleton della California e l’Army National Guard del New Mexico. Come descrive parlando dei suoi esercizi di addestramento, “non si tratta di guardare il ragazzo che hai a fianco per stare un passo avanti a lui, ma c’è l’idea di potercela fare insieme. E’ una cosa sensata, perché ogni uomo e donna fa parte della squadra. Io sono rimasto veramente impressionato, perché sembrava che ci fosse una rete comune a queste persone, che si prendevano cura l’una dell’altra”.
* Natalie Portman, invece, qui al suo primo ruolo di donna matura e madre, ha visitato numerose basi militari per comprendere meglio le responsabilità e le esigenze richieste alla moglie di un militare.
“Ci sono molte sfide nello stare lontani dai propri mariti per un anno e averli a casa soltanto per tre mesi alla volta. Bisogna condurre la casa e prendersi cura dei figli, che si chiedono sempre perché il papà se n’è andato, cosa sta facendo e quali sono le ragioni. Inoltre, devono occuparsi dei mariti quando loro tornano e affrontare quello che questi uomini hanno vissuto quando non c’erano”.
* Il film è stato girato in New Mexico, luogo ideale anche per rappresentare l’arido e remoto territorio afgano. Le scene fuori città, invece, sono state girate a est di Santa Fe, dove è stata realizzata la finta base degli American Marine di Fort Mahlus.