L’emancipazione femminile attraverso il potere della musica. Bastano i primi e bellissimi minuti di Gloria! per immergersi in un mondo a parte, visivo e sonoro. Quello creato dall’esordiente Margherita Vicario, una che si divide tra cantautorato e cinema (ha partecipato anche a To Rome with love di Woody Allen) e rappresenta una storia di fantasia in un contesto storico preciso (l’alba dell’800) tra salti nel tempo musicali e slanci poetici.
Dedicato a tutte le musiciste nascoste nella pagine della Storia, il film- che prende spunto dai quattro Ospedali di Venezia (istituti assistenziali femminili che impartivano la più alta formazione musicale) e delle Figlie di Choro- è ambientato al Sant’Ignazio, poco lontano da Venezia.
Orfanotrofio, conservatorio e convento allo stesso tempo in quel luogo lontano dal mondo reale sopravvivono talento e aspirazioni artistiche seppure soffocate dalle regole e dalla condizione della donna. Ma le cose stanno per cambiare e l’arrivo imminente di Papa Pio VII in visita obbliga il dispotico Maestro di Cappella, Perlina (Paolo Rossi) a comporre un concerto in suo onore.
La scoperta di un pianoforte nuovo di zecca e mai usato nel deposito del convento consente alla servetta muta Teresa (Galatea Bellugi, magnifica), una che sente e vede la musica nel silenzio delle sue giornate, di sperimentare sui tasti le sue vivide fantasie. Presto seguita da altre quattro allieve (Carlotta Gamba, Sara Mafodda, Maria Teresa Dall’Asta e Veronica Lucchesi, la Rappresentante di Lista, tutte bravissime) formeranno un quintetto sui generis dove si fondono vecchio e nuovo, classico e moderno (Devi imparare l’alfabeto prima di parlare dice Lucia, primo violino del Sant’Ignazio, a Teresa che compone ad orecchio) in un ensemble trascinante e rivoluzionario che arriverà fino alle orecchie del Papa.
Tra debiti da pagare e donne usate come merce di scambio (Teresa, che nasconde un segreto, sta per essere consegnata ad un vedovo con 10 figli), desideri al confessionale e piccoli strumenti in legno regalati con amore (I dispari vanno sempre d’accordo…dice l’artigiano Elio), spartiti coraggiosi e arie di Vivaldi ecco un magnifico ritratto al femminile (non di sole Cortellesi si vive) che trascina ed emoziona.
Un po’ Piccole donne, un po’ Lezioni di piano, Gloria!, con quel punto esclamativo che invita alla riscoperta di se stesse, è uno dei migliori esordi italiani degli ultimi anni. Accurato tecnicamente (lode a costumi, fotografia e montaggio) e scritto con appassionato vigore dalla regista con Anita Rivaroli, il film- unico italiano in concorso all’ultimo Festival di Berlino- miscela a meraviglia facce e corpi con note e suoni in un tripudio creativo che eleva l’arte a manifesto esistenziale. Ne risentiremo parlare ai David 2025.
In sala dall’11 aprile distribuito da 01