Le regole della matematica e quelle del cuore. E’ tutto giocato su questo contrasto, apparentemente inconciliabile, Il teorema di Margherita, il nuovo film della franco-svedese Anna Novion ispirato ad Ariane Mézard, una delle poche e più grandi matematiche francesi e premiato ai César Awards 2024 per la migliore rivelazione femminile alla protagonista Ella Rumpf.
E’ lei la brillante studentessa della Scuola Normale Superiore con un futuro già pianificato. Unica donna del suo corso e prossima alla tesi da esporre davanti ad una schiera di ricercatori, incorre in un piccolo errore che fa crollare il castello delle sue certezze.
Ricominciare a credere ciecamente nello studio non sarà facile, tanto più che il professore che l’aveva seguita fin lì (Cercare non vuol dire rispondere a una domanda, significa esplorare, interrogarsi le dice un frustrato Jean Pierre Daroussin) le impone di collaborare con un altro studente (Julien Frison) mente nella vita di quella timida ed eccentrica ragazza che gira in pantofole alla Normale Superiore irrompe una scatenata ballerina con la quale condivide appartamento e sogni di gloria.
Il teorema di Goldbach come un’ossessione (Un modo per mettere ordine all’infinità) e le progressioni aritmetiche ma anche la scoperta dell’amore e quella che, nei numeri come nella vita, per allontanare i limiti bisogna cambiare prospettiva altrimenti non c’è evoluzione. Con quel diktat emozionale impartitole dal suo docente (La matematica non si deve mescolare coi sentimenti) che verrà messo in discussione in un progressivo slittamento di prospettive che allontana, almeno per un po’, la devozione verso i numeri.
Con momenti divertenti (il pedinamento notturno di Margherita allo sconosciuto incontrato in discoteca e con cui finisce a letto, le partite di mah-jong, il poker cinese, col quale intasca i soldi dell’affitto) e visivamente rappresentativi (la carta da parati dell’appartamento che diventa un’infinita lavagna per le dimostrazioni matematiche) che fanno di questo Teorema di Margherita, insieme ad A Beautiful mind di Ron Howard (2001) con Russell Crowe nei panni del premio Nobel John Forber Nash jr. uno dei pochissimi film capaci di mettere in scena e rendere interessante la matematica. Finale convenzionale. Presentato nella selezione ufficiale di Cannes 2023.
In sala dal 28 marzo distribuito da Wanted