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lunedì 20 giugno 2022
di Claudio Fontanini
I giovani amanti
L’amore senza tempo nel film della Tardieu con una sublime Fanny Ardant
Il tempo dell’amore, l’amore senza tempo. Dedicato alla regista Solveig Anspach, uccisa da un cancro nel 2015 mentre stava elaborando la sceneggiatura del film ispirato alla vera storia d’amore che la madre visse in età avanzata, I giovani amanti di Carine Tardieu ribalta la prospettiva uomo-donna degli incroci sentimentali. 

Con una donna più anziana dell’oggetto amato a farsi carico e portavoce di un desiderio di vita talmente forte da provare a mettere all’angolo (almeno per un po’) i richiami mortiferi della malattia. Architetto in pensione, vedova e con una figlia separata (l’ottima Florence Loiret-Caille) la 71enne Shauna (una sublime Fanny Ardant) è una donna libera, raffinata e indipendente. 

Parigina di origini irlandesi che trova rifugio nella sua casa in riva al mare tra vecchi ricordi e un cagnolino come unico compagno di vita, quella donna elegante e riservata si troverà improvvisamente a fare i conti col destino che gli riporta davanti, a 15 anni di distanza, un oncologo gentile e premuroso incontrato in una corsia d’ospedale mentre accudiva la sua amica morente. 

Ed ecco il 45enne Pierre (un ingessato Melvil Poupaud che non regge il confronto con la Ardant), sposato (con Cécile de France) e padre di famiglia all’apparenza felice perdersi nello sguardo malinconico e affascinante di quella donna che ha allontanato l’amore dalla sua vita e vive di silenzi e attimi di bellezza conquistata. 

Complice un congresso medico a Dublino, l’amore clandestino di quella coppia improbabile agli occhi della società fa breccia nel cuore dei due amanti che vivono quella relazione con stati d’animo differenti. Col medico che non esita a mettere in gioco la sua vita familiare (confessa tutto alla moglie che lo schernisce con una risata crudele appena saputa l’età della rivale) e Shauna che esita nel passaggio dall’ideale al reale complice il Parkinson in agguato. 

Film di sguardi e primi piani (indimenticabili tutti quelli della Ardant, capace di parlare solo col corpo che esibisce come una cartina geografica del vissuto), con etica ed estetica a confronto, I giovani amanti- nella selezione ufficiale dell’ultima Festa del cinema di Roma- è una sorta di manuale di sopravvivenza per il tempo che resta.

 Languido e sussurrato, intimo e segreto, il film della Tardieu è affidato alla forza tragica di un’attrice in stato di grazia che rivela il fascino maturo della signora della porta accanto a 41 anni dal capolavoro di Truffaut. Peccato che tra passeggiate notturne in riva al mare e telefonate di attesa, protocolli sperimentali e citazioni (le madri sufficientemente assenti del pediatra britannico Winnicott), colpi bassi (Shauna che improvvisamente non riesce ad alzarsi dalla vasca da bagno) e tisane consolatorie, a rimanere sfocate sono le affinità elettive che dovrebbero invece contraddistinguere un amore del genere. 

Melodramma romantico e crepuscolare intriso di piccoli spostamenti del cuore e segnali invisibili da cogliere, I giovani amanti invita a respirare coraggiosamente la stessa aria (ogni riferimento alla pandemia non è puramente casuale) e a sconvolgere le proprie vite in nome di un sentimento che può uccidere ma anche resuscitare.  


In sala dal 23 giugno distribuito da I Wonder Pictures                     


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