Gli adattamenti cinematografici dei romanzi di Nick Hornby sono ormai diventati un vero e proprio genere a se stante. Divertenti e malinconici, pieni di musica e calda umanità, questi film non hanno mai tradito gli spunti originali rivelandosi vincenti al botteghino.
Dopo Febbre a 90° (1997), Alta fedeltà (2000) e About a boy (2002) tocca stavolta a Juliet, Naked (tratto da Tutta un’altra musica del 2009, edizioni Guanda) rimpolpare la bella galleria d’autore di questo prolifico scrittore e sceneggiatore britannico.
Diretto da Jesse Peretz (decisivo il suo passato da bassista e fondatore dei Lemonheads, la punk band degli anni ‘80) il film racconta lo strano triangolo ideal-amoroso tra una coppia sposata da 15 anni senza sussulti e un eccentrico fantasma rock che arriverà a rinvigorire e sconvolgere le loro vite.
Lei (l’amabile Rose Byrne) è l’annoiata direttrice di un museo di una cittadina marittima inglese (l’immaginaria Sand Cliff), lui (Chris O’Dowd) un docente universitario che si occupa di cultura pop e trascorre tutto il suo tempo libero idolatrando il suo vecchio idolo musicale.
Quel Tucker Crowe (l’ottimo Ethan Hawke) scomparso dalla scena da 25 anni e del quale non si hanno più notizie (c’è chi favoleggia che sia diventato un allevatore di pecore…). E se un bel giorno, grazie ad una chat, quell’eccentrica rock star alternativa si rifacesse viva e iniziasse una relazione- prima virtuale e poi reale- proprio con quella bella moglie insoddisfatta che lo ha sempre odiato?
Tra vecchi demo che aprono nuovi mondi e occhi di squalo in salamoia, sorelle lesbiche e batterie introvabili (occhio alla sequenza più divertente del film), tradimenti e perdoni, rendez-vous ospedalieri e figli sconosciuti sparsi per il mondo, Juliet, Naked scivola leggero ed elegante per 105’ accompagnato da una magnifica colonna sonora di brani inediti ai quali regala la propria voce lo stesso Ethan Hawke.
Una bella commedia romantica che affronta con capacità e misura l’ossessione della riconquista del tempo perso in un viaggio di formazione adulta che cerca di allontanare i rimpianti (la vecchietta che nel sottofinale si rivede giovane in foto e si pente di non aver afferrato l’attimo fuggente) e indirizzare il nuovo corso di una tardiva maturità. Umana ed artistica.
Affiatati e convincenti, Rose Byrne ed Ethan Hawke regalano spessore ed anima a due personaggi ad alto tasso emotivo dei quali non è difficile innamorarsi a prima vista. Perché anche condividere una canzone non è impresa facile e tra le pieghe delle note può nascondersi una nuova vita a due.
In sala dal 6 giugno distribuito da Bim