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domenica 3 marzo 2019
di Cristina Giovannini
GLORIA BELL
Julianne Moore tra disco music e voglia di rinascita nell’auto remake americano di Lelio
Una donna, madre e nonna, finalmente libera dai gravami della maternità e da un matrimonio ormai finito con ancora tanta voglia di vivere e di amare.
E’ la Gloria Bell del film omonimo, diretto dal regista cileno Sebastian Lelio che dopo Gloria del 2013 interpretato da Pauline Garcia, ha talmente amato questo suo personaggio da volerne fare un remake a stelle e strisce
Una donna, madre e nonna, finalmente libera dai gravami della maternità e da un matrimonio ormai finito con ancora tanta voglia di vivere e di amare.
E’  la Gloria Bell del film omonimo, diretto dal regista cileno Sebastian Lelio (un Oscar come miglior film straniero nel 2018 per Una donna fantastica) che dopo Gloria del 2013 interpretato da Pauline Garcia, ha talmente amato questo suo personaggio da volerne fare un remake a stelle e strisce.
Cosa abbia spinto il regista a una simile operazione non è dato sapere e il desiderio di poter dirigere una grande attrice come Julianne Moore, cosi come dichiarato da Lelio, è una motivazione che lascia il tempo che trova.

Sia come sia, questo secondo esperimento sebbene pedissequo se riferito al primo, funziona bene soprattutto perché ad interpretare la protagonista c’è, come detto, una strepitosa Julianne Moore davvero in palla affiancata da un altro ottimo caratterista come John Turturro.

Gloria
, divorziata con due figli ormai adulti, spirito libero riempie le sue giornate in ufficio di giorno e sulla pista da ballo la notte nei locali di Los Angeles. Una sera incontra Arnold, divorziato da solo un anno, con cui si crea subito una bella sintonia, preludio a una storia d’amore inaspettata. Tra i due scatta subito un’intesa destinata a crescere rafforzarsi. Almeno così spererebbe Gloria. Purtroppo, però, l’uomo si rivela solo un pusillanime, debole e sopraffatto dai sensi di colpa, in balia di una famiglia vampiresca a cui non riesce a ribellarsi.
Il suo cellulare squilla in continuazione, sparisce all’improvviso durante una cena romantica, abbandona Gloria in un albergo di Las Vegas: insomma non riesce a staccarsi dal passato.
Ma per fortuna sarà Gloria  a staccarsi da lui, dalle sue lacrime di coccodrillo e dal suo assillante bombardamento di telefonate, prendendosi la sua doverosa rivincita.    

Commedia romantica, a tratti ironica, talvolta divertente supportata da una colonna sonora con i maggiori successi della disco music, che da sola vale tutto il film, la pellicola di Lelio ci rende partecipi, curiosi spettatori della vita e delle emozioni di questa donna osservata da ogni possibile angolazione

La vediamo cantare in macchina, divertirsi la sera, passare le serate a cena con i suoi due figli, l’ex marito e la nuova compagna, pranzare con la mamma che le dispensa pillole di saggezza e, infine, lasciarsi andare a questo nuovo amore che sta per sbocciare.

Mentre il nastro della vita di Gloria si srotola via via, la tenuta del ritmo non si mantiene sempre alta; non mancano momenti di stanca e di appiattimento della storia cui se ne antepongono altri più esilaranti e inaspettati come quando la donna si vendica di Arnold e della sua vigliaccheria e lo affronta davanti casa una volta per tutte.

Ritratto femminile intenso ed incisivoGloria Bell è sostanzialmente un’ omaggio del regista alle tante donne che come la sua eroina superati i cinquanta, sanno rimettersi in gioco, riappropriarsi del proprio tempo,  dedicarsi a qualche hobby come, ad esempio, il ballo e perché no? lasciando comunque aperta la porta del cuore.

Gloria, in fondo, rivendica il suo diritto a non arrendersi e il suo accesso al piacere; colpita dalle delusioni di incontri che mettono in luce la debolezza e vigliaccheria di certi maschi, non se ne fa sopraffare.
Si rialza in piedi e in questo caso si rimette in pista, non solo metaforicamente parlando.
Riprende a ballare per sentirsi viva e perché domani è un altro giorno come nella trascinante sequenza finale al ritmo dell’intramontabile brano firmato da Umberto Tozzi negli anni ’80 e riproposto nella versione di Laura Branigan.

In sala dal 7 marzo 2019 distribuito da Cinema



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