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martedì 12 settembre 2017
di Claudio Fontanini
BARRY SEAL
"Una storia americana" è il sottotitolo del film con protagonista un irresistibile Tom Cruise
Pilota aereo della TWA, contrabbandiere di sigari cubani, recluta della CIA sotto copertura, trafficante d’armi per il governo americano e di cocaina per il cartello di Medellin, informatore della DEA. Parabola del sogno americano e incarnazione del self-made man, la vita (vera) di Barry Seal diventa un film firmato da Doug Liman
Pilota aereo della TWA, contrabbandiere di sigari cubani, recluta della CIA sotto copertura, trafficante d’armi per il governo americano e di cocaina per il cartello di Medellin, informatore della DEA. Parabola del sogno americano e incarnazione del self-made man, la vita (vera) di Barry Seal diventa un film firmato da Doug Liman (“The Bourne identity”, “Mr. e Mrs. Smith”) con un magnetico Tom Cruise nei panni dello stravagante protagonista di rocambolesche avventure senza rete.
Ed ecco in scena  l’irresistibile ascesa, sociale e politica, di un uomo sfaccettato e disposto a tutto pur di raggiungere il successo.

Talentuoso aviatore pronto a manovre azzardate e scherzi in cabina di pilotaggio, Barry Seal sfrutterà a meraviglia il culmine della Guerra fredda muovendosi a meraviglia tra faccendieri e intrallazzatori, diplomatici e custodi di segreti. “E’ legale quello che facciamo?” chiede all’inizio il protagonista all’intermediario della CIA che lo contatta. “Se lo fai per i buoni sì…” la risposta che è una sorta di lasciapassare oltre i confini delle regole scritte. “Costruiamo nazioni, la rivoluzione è in agguato…” si sente dire Seal chiamato a fotografare dall’alto i ribelli sandinisti in Nicaragua.

E poi ancora l’incontro con Noriega a Panama, quello con Pablo Escobar e i 2000 dollari al chilo offerti per trasportare cocaina a Miami. E intanto la bella moglie (Sarah Wright) a casa non sa nulla della sua reale attività mentre in giardino fuoriescono valigioni di dollari…
Divertente e mosso nella prima parte, girato con macchina a mano e colorato, il film di Liman sconta alla lunga una certa meccanicità con psicologie ridotte all’osso e la voglia di stupire a furia di eccessi.

Non mancano certo le sequenze azzeccate (l’impossibile decollo dalla pista colombiana nascosta e stretta, l’improvviso trasloco notturno verso l’Arkansas, l’atterraggio di fortuna in un giardino con Cruise sporco di cocaina che acquista al volo la bici di un ragazzo per la fuga) ma siamo lontani, ad esempio, da un film come ”Prova a prendermi” di Spielberg che per certi versi ne ricorda la tipologia.

Storia vera anche lì ma l’abilità da falsario e il camaleontismo del protagonista (Frank W.Abagnale Jr.) venivano trattati dall’autore de “Lo squalo” con venature amare e risvolti inquietanti che purtroppo sono assenti da questo Barry Seal che sembra piuttosto accontentarsi della forma più che della sostanza.    
Nelle sale dal 14 settembre con Distribuzione Universal

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