Rifacimento del capostipite dei thriller dei sentimenti La piscina di Jacques Deray, con la coppia icona degli anni Sessanta Alain Delon-Romy Schneider (più Maurice Ronet e la lolita in ascesa Jane Birkin), dopo il ‘passaggio’ ai Festival di Venezia e Londra, arriva nelle sale italiane A Bigger Splash firmato Luca Guadagnino. Non proprio un remake perché l’autore di “Io sono l’amore” lo fa suo, magari approfondendo personaggi e relazioni (pericolose) dell’eterogeneo quartetto, facendo dell’ambiente uno dei protagonisti, anzi come afferma il regista “una sorta di antagonista dei personaggi, catalizzatore e provocatore”.
La leggenda del rock Marianne Lane (sempre sorprendente Tilda Swinton, in sintonia col regista da tempo) è in vacanza sull’isola vulcanica di Pantelleria con il compagno Paul (il Matthias Schoenaerts di “Un sapore di ruggine e ossa” e “Via dalla pazza folla”) quando arriva inaspettatamente a interrompere la loro solitaria vacanza Harry (uno scatenato Ralph Fiennes che si mette a nudo, fisica e psicologicamente come mai prima), produttore discografico iconoclasta nonché suo ex, insieme alla figlia Penelope (la rivelazione Dakota Johnson, già protagonista di “50 sfumature di grigio”), provocando un’esplosione di nostalgia delirante dalla quale sarà impossibile mettersi al riparo.
Un dramma ‘in pieno sole’ (nell’originale già c’era il riferimento al romanzo di Patricia Highsmith e al film di René Clément, 1959, proprio con Delon e Ronet) tra risate e ossessione, segreti e verità, desiderio e rock’n’roll, A Bigger Splash è un ritratto sensuale e, in un certo senso travolgente, che deflagra in violenza sotto il sole del Mediterraneo. “All’origine di A Bigger Splash – scrive il regista nelle note - ci sono un triplo desiderio e un duplice rifiuto. StudioCanal mi avvicinò dopo l’uscita di ‘Io sono l’amore’ chiedendomi di dirigere un rifacimento di ‘La piscine’ di Jacques Deray. Alla prima richiesta risposi ‘no grazie’. La cosa mi fu riproposta dopo un mese e io dissi nuovamente di no. Quando tornarono da me per una terza volta mi ricordai di uno dei miei motti e cioè che ai desideri altrui si deve venire incontro".
"La piscina, che uscì nel ’69 mentre esplodeva la Nouvelle Vague in molti paesi, con un decisivo cambiamento di linguaggio e stili, è un film antitetico a quel momento storico. Ma parlava di desiderio, di quattro persone chiuse in una stanza mentale che è la villa in cui si svolge l’azione. Di temi che mi attraggono: la rinuncia, il rifiuto, la violenza nei rapporti tra le persone”. Chi non ama il cinema del poco prolifico (4 lungometraggi ma tanti documentari) Guadagnino, nato come cinefilo e critico cinematografico, forse non apprezzerà questo, ma proprio per questo nei suoi lavori non mancano i riferimenti, qui riconosciuti da lui stesso.
“Dal punto di vista formale ‘Viaggio in Italia’ di Roberto Rossellini – dice – ha certamente rappresentato una fonte di ispirazione. Come ‘One plus One’ di Jean-Luc Godard, il film sulla creazione di ‘Simpathy for the Devil’ dei Rolling Stones”. E i celebri musicisti hanno aderito con entusiasmo all’uso della loro musica e i riferimenti alla loro carriera nel film. Nel cast la rediviva Aurore Clement (Mireille), Lily McMenamy (Sylvie), Elena Bucci (Clara) e con Corrado Guzzanti nel ruolo del maresciallo dei Carabinieri, che scatenò qualche polemica al Lido. E Guadagnino difende la sua scelta: “Inizialmente ha fatto sempre personaggi ironici, sardonici e qui è in un ruolo chiave: Ammiro profondamente il lavoro di Corrado perché è un vero ‘comedian’, un attore-autore molto timido che ha dato molto”.
Nelle sale italiane dal 26 novembre distribuito da Lucky Red |