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martedì 18 novembre 2025
di Claudio Fontanini
Giovani madri
Un inno al prendersi cura dell’altro nel nuovo film dei Dardenne
Urgenza del racconto sociale, pedinamenti dei personaggi con la macchina da presa al servizio della realtà, facce e sguardi che non si dimenticano in una filmografia umanista ed etica. Il cinema dei fratelli Dardenne regala l’ennesima perla con Giovani madri, premio alla sceneggiatura all’ultimo Festival di Cannes e caleidoscopio giovanile che si fa soggettiva intima di vite fragili chiamate a crescere in fretta. 

In un centro accoglienza a Liegi cinque ragazze (alcune nemmeno maggiorenni) sono alle prese con maternità più subite che cercate. Storia di madri e figlie, padri incerti e abbandoni precoci, condivisioni e ricongiungimenti, il nuovo film dei Dardenne emoziona senza ricatti e retorica con la forza di un cinema tanto autentico da sembrare un doc girato in tempo reale. Montaggio parallelo per storie incrociate di matrice corale con al centro la responsabilità individuale e il coraggio di essere se stesse. 

C’è chi si tuffa nell’alcool (Mi sento come sabbia che assorbe whisky), chi vuole dare il nascituro in affidamento temendo di non essere all’altezza, chi fa fatica anche a fare pochi metri al di fuori di quella casa rifugio e chi è stata violentata dal patrigno in tenera età (Mi sembra di mentire anche quando dico la verità). 

Un film sonda capace di entrare, letteralmente, nell’anima e nei corpi delle giovani e bravissime protagoniste che passano in rassegna angosce esistenziali e  orizzonti di speranza, passeggini da accudire e sacrifici destinati a nuovi inizi. 

Tra canarini affogati e viaggi in motorino verso il nido, spacciatori, attacchi di panico e una struggente lettera d’addio da aprire nel 2042 al compimento dei 18 anni del nascituro, Giovani madri è un inno al prendersi cura dell’altro che regala persino un happy end inedito nel cinema dei fratelli belgi. 

Magari non tutto è calibrato al meglio e qualche storia è meno incisiva e più programmatica delle altre ma di quegli abbracci finali, così autentici e sentiti e di qualche sequenza memorabile (su tutte il toccante incontro di Ariane con gli affidatari del bimbo nel nome della musica come lasciapassare affettivo) ci ricorderemo a lungo.        

In sala dal 20 novembre distribuito da Lucky Red 


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