La Compagnia Astra Roma Ballet diretta da Diana Ferrara, Prima ballerina Etoile del Teatro dell´Opera di Roma, ha presentato l’altra sera al Teatro Olimpico di Roma, una serata-evento per la danza italiana. In anteprima, lo spettacolo Terra Nostra che comprende due novità assolute: Turris Eburnea e Cìciri con le coreografie dei giovani e talentuosi Enrico Morelli per la prima e Daniela Megna per la seconda.
Già vincitore di svariati concorsi coreografici in Italia, Enrico Morelli crea per l’Astra Roma Ballet Nodi e Cyrano de Bergerac nel 2003-04, quest’ultimo rappresentato anche a Stoccarda nel 2005. In Turris Eburnea - realizzato in stile contemporaneo con forte base classica - il coreografo si ispira alla Puglia - suo luogo d’origine - e dipinge le donne della sua terra, personaggi femminili di straordinaria determinazione e forza interiore, fragili, dilaniate da una vita più immaginata che vissuta in prima persona.
“Nel mondo onirico la realtà si mescola e si confonde ai ricordi di un tempo passato o di cose mai accadute, ma solo desiderate, nostalgie per i piaceri finiti, trepidazioni per quelli che verranno […]”. E’ così che sulle musiche di Faraualla, L’Arpeggiata, G. Sollima, la danza si impregna di una gestualità quasi viscerale.
Cìciri di Daniela Megna, invece, è un balletto in dieci quadri su musiche di Rosa Balestrieri, Alessandro Mancuso e Chemirani Trio. Il termine “cìciri” viene dal dialetto meridionale e significa “ceci”. Si tramanda infatti che, al tempo dei Vespri siciliani, i rivoltosi in lotta contro la tirannia del governo francese, per scovare ed uccidere i soldati nemici, costringessero chiunque a pronunciare la parola dialettale “cìciri”: chi non era in grado di pronunciarla correttamente veniva brutalmente torturato e ucciso. Singolare il quadretto Minestra cu li cìciri dove un rivoltoso si trasforma in cuoco (con tanto di cappello) e, in piedi su un palchetto, inizia a declamare in dialetto la ricetta della pasta e ceci. Il finale vede lo stesso personaggio entrare in scena con un’anguria, aprirla, tagliarla e banchettarci allegramente di fronte ad una platea stupita e divertita.
Lo spettacolo, che prende spunto da un fatto storico realmente accaduto, se da una parte riflette sul concetto di potere e prevaricazione, dall’altra ironizza sull’aspetto gastronomico della cultura siciliana, piacere e simbolo della continuità della vita.
Da rimarcare il successo più recente della giovane coreografa: l’allestimento per il ventennale della compagnia de L’Angelo Azzurro, balletto ispirato all’omonimo film e tratto dal romanzo di Henrich Mann Il professor Unrat, che ha debuttato in prima assoluta al Teatro Sistina di Roma ed ha poi replicato in tutta Italia.
I danzatori, tutti giovanissimi, bravi interpreti, sono diplomati al Teatro dell’Opera di Roma o alla Fondazione Ater Formazione.
La Compagnia Astra Roma Ballet creata nel 1985 da Diana Ferrara e sostenuta dal contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha al suo attivo più di seicento rappresentazioni nei grandi teatri italiani, nelle rassegne, nei festival e all’estero (Silver Price al Festival Mondiale di Primavera a Pyongyang in Corea, nel 2001). Ha lavorato con affermati coreografi tra i quali Luciano Cannito, Massimo D’Orazio, Loris Petrillo, Marcia Plevin, Paolo Mohovic, Peter van deer Sloot.
In ottobre la compagnia sarà in tournée negli Stati Uniti.