Una bella soddisfazione per Kim Ki-duk, già premiato col Leone d’Argento nel 2004 per il film Ferro 3 - La casa vuota, che dopo aver vinto la sua battaglia personale contro il tarlo della depressione - che lo aveva tenuto lontano dal set dal 2008 al 2011 - batte l’unico concorrente per il Leone d’Oro di questa edizione della Mostra, ovvero, The Master di Paul Thomas Anderson, che mette nel sacco il Leone d’Argento per la miglior regia. Il Premio Speciale della Giuria va a invece a Paradise:Faith, del regista austriaco Ulrich Seidl, scandaloso film sull’oltranzismo religioso.
Il presidente di giuria Michael Mann, con i giurati Marina Abramovic, Laetitia Casta, Peter Ho-Sun Chan, Ari Folman, Matteo Garrone, Samantha Morton Ursula Meier, Pablo Trapero, hanno decretato l’assegnazione della Coppa Volpi maschile ex-aequo ai due protagonisti del film di Anderson, ovvero Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman, davvero superlativi per intesa e intensità. Tra le attrici, vince la Coppa Volpi Hadas Yaron del film di Rama Bursthein, Fill the Void, ambientato in una comunità di ebrei ortodossi a Tel Aviv. Nessun riconoscimento infine per Bella Addormentata di Marco Bellocchio, il film più applaudito della Mostra, dato tra i favoriti alla vigilia.
Quasi a bocca asciutta, dicevamo, gli italiani in gara che si devono accontentare - si fa per dire - del Premio Mastroianni vinto dall’emergente Fabrizio Falco, giovane attore apprezzato sia nel film di Bellocchio, che in quello di Daniele Ciprì, E’ stato il figlio, film che conquista il Premio per il miglior contributo tecnico per la fotografia. Per la Migliore sceneggiatura, viene premiato un altro bel film, quello di Olivier Assayas, Après Mai, sul post ’68 tra cinema, impegno e poesia.
Il Leone del Futuro - Premio Venezia opera prima "Luigi De Laurentiis" va a Kuf, del cineasta turco Ali Aydin, mentre nella sezione Orizzonti si registrano il trionfo del film cinese San zimei di Wang Bing e il Premio Speciale della giuria a Tango libre di Frédèric Fonteyne. Tutto considerato, un palma-res degno dei film passati in concorso. Dulcis in fundo, il singolare siparietto avvenuto durante la cerimonia di consegna, stasera, quando per sbaglio viene dato a Philip Seymour Hoffman il premio che spettava a Seidl. A ripristinare le statuette nelle mani dei rispettivi premiati è stata la graziosa Laetitia Casta. Au revoir.