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venerdì 10 febbraio 2012
di José de Arcangelo
IL GENERALE DEI BRIGANTI
Daniele Liotti su Rai1 è l’eroe-contadino che spinto al brigantaggio, accese l’immaginario popolare
In attesa del Festival di Sanremo, Raiuno manda in onda domenica 12 e lunedì 13 febbraio, in prima serata, la miniserie “Il Generale dei briganti” di Paolo Poeti con Daniele Liotti protagonista. La storia di una figura leggendaria, un uomo di origini contadine dalla personalità forte e decisa che, grazie ad un’intelligenza fuori dal comune, è divenuto nel tempo l’archetipo del brigante risorgimentale: Carmine Crocco. Definito “Il Generale dei briganti”, Crocco ha affascinato intere generazioni e le sue gesta

In attesa del Festival di Sanremo, Raiuno manda in onda domenica 12 e lunedì 13 febbraio, in prima serata, la miniserie Il Generale dei briganti di Paolo Poeti con Daniele Liotti protagonista. La storia di una figura leggendaria, un uomo di origini contadine dalla personalità forte e decisa che, grazie ad un’intelligenza fuori dal comune, è divenuto nel tempo l’archetipo del brigante risorgimentale: Carmine Crocco.
Definito il generale dei briganti, Crocco ha affascinato intere generazioni e le sue gesta, spesso ardite e spregiudicate, lo hanno reso alla storia come un vero e proprio eroe popolare.

La fiction, che chiude le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia in tivù, vuole ricordare il fenomeno del brigantaggio ed è frutto della libera ispirazione degli autori - soggetto di Antonio Ferraro e sceneggiatura di Giovanna Koch, con lo stesso regista e la consulenza del Prof. Carlo Felice Casula - ai fatti e ai personaggi storici narrati.
La storia romanzata in quattro ore di spettacolo - afferma il regista - in una fiction che rievoca le lotte garibaldine e la partecipazione dei briganti. Personaggi ed eventi inventati per ricostruire in comprensione le contraddizioni di un’unità forzata e non da tutti condivisa, nemmeno oggi ad oltre 150 anni di distanza”.

Sono, forse, troppe le ingiustizie inflitte ad una famiglia di contadini? Così può sembrare al primo sguardo, ma è risaputo che la popolazione del sud si è sentita ben presto tradita e dimenticata, nonostante il sogno e le promesse poi non avveratesi. E la fiction è stata girata interamente nel Meridione, tra Basilicata e Puglia, in buona parte nei luoghi in cui si svolge la storia (vera) del protagonista. Per Poeti tutto merito dei produttori Massimo e Vanessa Ferrero.
Uno sguardo sull’Unità d’Italia attraverso gli occhi di un contadino spinto al brigantaggio - continua l’autore - invece il personaggio del giovane repubblicano, mazziniano, borghese e medico è assolutamente falso, una fantasia mia che segna un incontro-scontro per due momenti storici, prima del 1860 e dopo".

"Un fatto che determina il mancato stato repubblicano, il mancato riscatto del Meridione. Perciò i personaggi non sono vincitori, ma perdenti tra i vincitori; uomini e donne che hanno combattuto per un ideale, per il paese e poi da esso esclusi. Fa pensare che la verità della vicenda è tale o supposta, vera o verosimile. Perché non esiste una verità assoluta ma soggettiva, l’importante è che chi l’afferma sia sincero e onesto con se stesso. Il prezzo pagato dal Meridione è più alto, nel numero di morti, nella guerra civile che in tre guerre d’indipendenza".

"E il mancato riscatto - prosegue Poeti - ha segnato anche l’inizio della grande emigrazione (nelle Americhe ndr.). Non volevo monumentalizzare i briganti ma rendere giustizia perché la loro era una guerriglia cittadina, erano banditi sociali, lottavano per la sopravvivenza giorno per giorno. La costruzione dei rapporti del protagonista sono frutto dell’invenzione, quali l’amicizia tradita e gli amori contrastati. Non si tratta di un bignami di storia ma di un’opera di finzione che volevo popolare su un tema difficile  da svelare”.

Ha il bollino del 150° anniversario - ribatte Fabrizio Del Noce, Direttore di Rai Fiction - su un fatto reale liberamente visto attraverso la delusione del Sud, dall’altra parte, quella delle tensioni di fine Ottocento, tanto che Giolitti era stato definitoil ministro della malavita’ ”.

Erano persone opposte ad uno stato sociale che opprimeva i contadini, i poveri, gli ultimi - dice il protagonista, Daniele Liotti - raccogliendo informazioni e studiando le fonti ho scoperto una figura controversa del brigantaggio, e opinioni contrastanti. C’è chi dice che era un eroe, chi un criminale: io credo fosse un uomo semplice, intelligente, in grado di leggere e scrivere, baluardo del desiderio di riscatto sociale e della dignità umana dei contadini. Tutte battaglie perse ma lui continua a lottare, prima contro i latifondisti, i proprietari terrieri che opprimevano la sua classe, poi contro il governo piemontese che distrugge il Meridione, contro tutto e tutti attraverso il bene. La grandezza d’animo di un uomo che, nonostante le lotte e i delitti, è capace di amare la famiglia, Nennella. Una storia d’amore ben scritta, per nulla scontata  che ho apprezzato per la tendenza molto forte di un resistente”.

Ma c’è anche l’amore tra Mariano Aiello, il medico garibaldino (Danilo Brugia) e la contessina Giuseppina Guarino (Christiane Filangieri), figlia del perfido Conte Ludovico Guarino (Massimo Dapporto).
Quando ho letto la parte ho trovato imbarazzante dover fare il persecutore cinico - confessa Dapporto - data la mia educazione politica avrei preferito combattere con i briganti. Per la perfidia e la cattiveria non ci sono giustificazioni, però di solito cerchi di salvare il personaggio. Il conte però non ha nessuna giustificazione, l’ho detestato e gli ho reso un bruttissimo servizio umano".

"Fare il cattivo in televisione non paga, perché è più gradito al cinema. Però per un attore è più interessante perché la bontà ha un binario unico ed io l’ho percorso per 15 anni, da Amico mio in poi. Il cattivo ti arricchisce, ti fa sfogare cattiveria, frustrazioni e rancori. E in questo caso lo devo all’odio che provavo per lui stesso”.

Alla presentazione stampa era presente pressoché l’intero cast, tra gli altri, Raffaella Rea (Nennella), Fabio Troiano (Ninco Nanco), Massimiliano Dau (Caruso), Marco Leonardi (Rocco), Massimo Bonetti (Francesco Crocco), David Coco (Antonio, lo scrivano), Larissa Volpentesta (Rosina Crocco). La fiction si apre nel 1864, a Vulture in Basilicata, quando Mariano Aiello, deputato napoletano del governo unitario, e Carmine Crocco brigante lucano che nel 1860 aiutò i garibaldini a liberare la sua regione dal giogo Borbonico, si cercano per una resa dei conti mortale. E da questo momento si va a ritroso fino all’infanzia del piccolo Carmine per raccontare l’intera storia.


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