Parafrasando il famoso detto proverbiale “non tutte le ciambelle riescono con il buco”, nel caso di "La dura verità" potremmo aggiungere che di ’buchi’ ce ne sono parecchi al punto da far precipitare senza appello alcuno la traballante baracca.
A metà strada tra la commedia romantica e quella degli equivoci con al centro il tema della battaglia tra i sessi La dura verità è diretto da Robert Luketic, regista specializzato nel genere, da Quel mostro di suocera al fortunato La rivincita delle bionde.
Gli interpreti sono l’insipida Katherine Heigl, anche lei ormai abbonata alla commedia (vista in Molto incinta e 27 volte in bianco ma forse più nota per il suo ruolo della Dottoressa Isobel Stevens nella serie della ABC Grey’s anatomy); al suo fianco troviamo il presunto macho Gerard Butler, già re spartano Leonida di 300 e protagonista anche di RocknRolla e P.S. I love you.
La storia è incentrata su una contrapposizione fra due colleghi di lavoro che si disprezzano a vicenda. Lei è Abby Richter, produttrice di uno show in una tv locale di Sacramento in crisi di ascolti; lui è Mike Chadway un corrispondente speciale, misogino ed arrogante che si vanta di essere un esperto in relazioni interpersonali, chiamato a risollevare l’audience con un programma televisivo chiamato appunto La dura verità. Lei, lui e.. il terzo incomodo. E’ Colin (Eric Winter) affascinante vicino di casa di Abby che è l’esatto opposto di Mike: bello, educato, elegante e soprattutto single. Abby che è un’imbranata nei rapporti con i maschietti, stringe un patto di non belligeranza con Mike e in cambio ottiene da lui una serie di consigli su come conquistare Colin. La cosa riesce alla grande ma nel frattempo, malgrado le liti continue ed i cambi di vista totalmente opposti, l’alchimia tra Abby e Mike sta cominciando a renderli via via più compatibili. La dichiarazione d’amore finale avverrà, tanto per non farci mancare nulla alla fiera dell’ovvio e del banale che caratterizza l’intero film, a bordo di una mongolfiera (molto romantico…) e, ovviamente, a telecamere accese…
Basato su una sceneggiatura praticamente inesistente, scritta dall’esordiente Nicole Eastman insieme a Karen McCullah e Kirsten Smith, il film si regge (si fa per dire) su continui e logorroici battibecchi tra i due protagonisti pieni di doppi sensi e volgarità gratuite. Imbarazzanti anche alcune scene come quella in cui Abby indossa ad una cena di lavoro degli slip con vibratore incorporati e telecomandati casualmente da un bambino seduto nel tavolo accanto. Non dubitiamo delle buone intenzioni delle autrici (quanto piuttosto della loro mancanza d’idee) che si avvalgono di simili escamotage per incrementare l’aspetto umoristico della vicenda e che si rivelano, invece, dei veri boomerang.
Questa battaglia dei sessi su cui si incentra il film, vede contrapposti una donna in carriera intelligente, rigida, abituata a tenere tutto sotto controllo ma che si rivela una frana nella vita privata ed un uomo sessista, pieno di sé, rude, donnaiolo ma che sotto sotto è un sentimentale. Un concentrato di clichè che rende tutto noioso, scontato, ed esageratamente prevedibile.
Sicuramente da evitare.
Nelle sale dal 27 novembre distribuita da Sony Pictures in 205 copie.
Le voci:
* Dialoghi italiani (Luigi Calabrò); direzione del doppiaggio (Eleonora De Angelis).
Abby (Barbara De Bortoli); Mike (Massimo De Ambrosis); Colin (Marco Vivio); Larry (Luciano Roffi); Stuart (Angelo Nicotra).