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mercoledì 24 ottobre 2007
di Désirée Colapietro
Sean Penn alla "Festa del Cinema"
Grandi applausi per “Into the wild” sua terza opera registica presentata nella sezione Première
A Roma dallo scorso lunedì, quando intorno a mezzanotte ha fatto capolino al Rhome, locale trendy di piazza Augusto Imperatore di Luca Pavoni dove era in corso la festa organizzata per l’anteprima di “Giorni e nuvole” di Silvio Soldini e all’indomani di una cena blindatissima al Bolognese dove si è intrattenuto fino a tarda notte in compagnia di amici e del buon vino rosso, Sean Penn si è presentato all’Auditorium al termine della proiezione stampa di “Into the wild”, bellissimo e commovente film (accompagnato da una colonna sonora

A Roma dallo scorso lunedì, quando intorno a mezzanotte ha fatto capolino al Rhome, locale trendy di piazza Augusto Imperatore di Luca Pavoni dove era in corso la festa organizzata per l’anteprima di Giorni e nuvole di Silvio Soldini e all’indomani di una cena blindatissima al Bolognese dove si è intrattenuto fino a tarda notte in compagnia di amici e buon vino rosso, Sean Penn si è presentato all’Auditorium al termine della proiezione stampa di Into the wild, bellissimo e commovente film (accompagnato da una colonna sonora straordinaria, con Eddie Vedder dei Pearl Jam e pezzi di chitarra di Michael Brook e Kaki King) per cui l’attore, a sedici anni dall’esordio alla regia con The indian runner (1991) e a sei da The pledge, è tornato dietro la macchina da presa (ma ha anche sceneggiato e prodotto il film) per dirigere Emile Hirsch, apprezzatissimo interprete di Alpha Dog, cui ha affidato con grande decisione il ruolo del protagonista Christopher McCandless. Nel cast, anche William Hurt e Marcia Gay Harden, Jena Malone, Vince Vaughn, Catherine Keener, Brian Derker, Kristen Stewart e Hal Holbrook.

Profondamente colpita all’unisono dalla trasposizione cinematografica del libro Nelle terre estreme di Jon Krakauer (edito in Italia da Corbaccio) e tratto da una storia assolutamente vera, la stampa ha accolto con una pioggia di applausi il quarantasettenne regista statunitense che, con grande tecnica e altrettanta sensibilità, ha saputo raccontare il viaggio introspettivo a contatto con la natura selvaggia del giovane Christopher, ventiduenne benestante americano che, pochi giorni dopo la tanto (dai genitori) sospirata laurea alla Emory University, sparisce di casa facendo perdere ogni traccia di sé con un unico obiettivo: la ricerca della libertà. Stanco delle costrizioni e dell’ipocrisia secondo le quali è costretto a vivere una vita fatta di lustri e lustrini inutili che non gli appartiene, Christopher decide di cambiare radicalmente. Dopo aver dato in beneficenza tutti i suoi risparmi, ben 24mila dollari, armato di zaino in spalla e tanta voglia di scoprire la natura delle cose, si spinge in un viaggio estremo verso l’Alaska che lo porterà lontano dalla sua famiglia per circa due anni, durante i quali avrà modo di rivedere la sua vita attraverso una serie di semplici ma importanti incontri che risulteranno essere indispensabili per il raggiungimento di un’appagante condizione di saggezza.

Signor Penn, cosa l’ha spinta a scegliere Emile Hirsh per il ruolo di Christopher McCandless?
L’avevo visto in un film e c’erano molte cose del suo aspetto fisico e del suo modo di muoversi che mi avevano colpito. Abbiamo trascorso molto tempo insieme. E’ stato fondamentale che Emile avesse la volontà e in un certo senso la ’fame’ di trascorrere otto mesi in quelle estreme e difficili situazioni. Puntare su di lui è stata la migliore scommessa che abbia mai fatto”.

Oltre ad essere un bellissimo viaggio introspettivo, “Into the wild” è anche una denuncia di alcuni aspetti della società americana ed occidentale tra cui l’ipocrisia e la corruzione… Come uomo e cittadino, cos’è che la fa arrabbiare?
Un’infinità di cose. Però mi piace pensare che non è solo sulla base di queste mie reazioni che nasce la mia creatività. Quando la stupidità assume quello che definisco un ‘volume’ troppo alto, suscita sempre qualcosa dentro di me”.

Eddie Vedder, voce dei Pearl Jam, interpreta perfettamente lo stato d’animo di situazioni e personaggi. Come è nata questa collaborazione?
Ammetto di avere pensato a lui sin dai tempi della sceneggiatura. Man mano che andavo avanti mi sono convinto sempre più”.

Lei personalmente ha mai vissuto un viaggio così in solitaria?
L’esperienza più vicina è stata la mia vita sull’oceano. Ma niente a che vedere con il viaggio di Christopher. Nulla al suo livello”.

Secondo lei, quale lezione può trarre un giovane da una storia come questa?
La società americana, così come quella occidentale, ha sviluppato una certa dipendenza al comfort. Sarebbe bene uscire dalla zona di comodità e seguire in modo pro-attivo un cambiamento. Credo che bisognerebbe spingersi oltre questo limite. Che non significa mettersi in gioco in modo pericoloso come ha fatto Christopher (che nella realtà muore, ndr) ma far battere i nostri cuori più velocemente”.

Qual è a suo avviso il sentimento guida di questo racconto?
Credo sostanzialmente che gli elementi principali siano due: la fuga dalla corruzione e, di conseguenza, la ricerca e l’inseguimento di qualcosa in sintonia con la persona che man mano il protagonista scopre di essere. Fondamentalmente, la celebrazione della libertà”.

Quanto è importante fare film politici oggigiorno?
Dipende. A volte un film è politico perché viene descritto come tale. Secondo me, le opere cinematografiche devono innanzitutto esprimere qualcosa di importante”.

Chi non si adatta è destinato a perire?
Cerco di stare molto attento a domande di questo tipo. Rispondo quindi dal punto di vista del pubblico: c’è bisogno di liberarci dai condizionamenti. Si tratta di essere soli, un valore che deve allargarsi per essere condiviso”.

Quale aspetto del carattere ha ritrovato nel suo essere regista?
La testardaggine è stata la mia più cara amica. Ma sono anche certo che il film non ci sarebbe stato senza Emile”.

Qui la presenza della famiglia è molto importante. Cosa pensa della famiglia Sean Penn come uomo?
Quella delle famiglie è una questione difficile. Non credo ad un pregiudizio di sangue. Tutto va guadagnato. La questione principale è che qualunque figlio/individuo deve essere, a suo modo, pronto a fare qualunque cosa sia necessaria. Anche cambiare pelle rispetto ai genitori per capire realmente chi sei e sentire che la vita ti appartiene mentre la vivi. Credo che tutti dovrebbero fare questo percorso”.

Cosa può dirci dell’aspetto religioso?
Riconosco l’esistenza di una fede in questo percorso. La cosa più importante della religione però, a mio avviso, è l’aspetto personale al di là del conscio o dell’inconscio”.

Il personaggio di Christopher vive negli anni Novanta sotto le presidenza di George Bush. In questi anni cosa è cambiato… se qualcosa è cambiato?
Durante un concerto cui ho partecipato, Bruce Springsteen ha detto: ‘Quanta strada abbiamo fatto… Eppure stiamo tornando indietro’. Che dire? Condivido esattamente il suo pensiero”.

Sean Penn, si vede più attore o regista?
Penso sempre alla recitazione ma sono innamorato della regia. Le scelte tuttavia sono molto simili al modo in cui ci si sceglie un partner. Bisogna farlo bene, altrimenti ci si ritrova in trappola…”.

Dopo aver affrontato la natura selvaggia, si sentirebbe pronto a girare un film nel nostro Paese?
Ieri sera sono uscito a bere qualcosa. E’ stata già una grande sfida per me. Datemi quindi un po’ di tempo…”. (ride)

Appena poche ore dopo quest’ultima battuta Sean Penn, abbandonate le scarpe da trekking, il giubbotto e i jeans ma soprattutto gli occhiali da sole con cui ha confessato di nascondere gli effetti di una notte brava, torna all’Auditorium in elegante smoking nero con il quale attraversa il Red Carpet concedendo foto ed autografi ai fan presenti. Il verdetto del pubblico, a conclusione di due ore e mezza di film, regala a Penn un secondo lunghissimo e sentito applauso che, partito sui titoli di coda, riconferma quanto già espresso nella mattinata dalla critica internazionale.
Sean Penn è visibilmente grato e soddisfatto. I suoi occhi azzurri brillano di gioia. E non è poca cosa per uno come lui che, come uomo ancor prima che come attore e regista, si batte contro la società ipocrita e corrotta a sostegno dei valori umani e del rispetto della natura. Scortato dallo staff di Palazzi, l’affascinante regista si allontana verso una destinazione top secret. Certo è che questa notte avrà qualcosa da festeggiare: la calorosa risposta del Festival del cinema di Roma ad un capolavoro nel quale, a ragione veduta, ha creduto nel corso degli ultimi dieci anni della sua vita.

Il film sarà distribuito nelle sale italiane da BimFilm nel 2008.


Links correlati
http://www.bimfilm.com
http://www.intothewild.com/
 
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