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mercoledì 22 dicembre 2004
di Alessandra Miccinesi
Intervista con Ken Loach
“Vorrei girare un documentario sui problemi dell’Europa. Il titolo? Bugiardi e Imbroglioni”

Non è la religione a complicare il processo d’integrazione razziale, e pur procedendo a sbalzi il difficile processo d’assimilazione sta andando piuttosto bene”. Non ha dubbi Ken Loach, cineasta politicamente schierato (e impegnato) fuori e dentro il set, che con Un Bacio appassionato – la sua prima commedia sentimentale ‘leggera’, premiata al 54° Festival di Berlino dalla Giuria Ecumenica – prova a descrivere l’amore fortemente contrastato, sia dalla società benpensante che dalla famiglia conservatrice di lui, tra un pakistano di fede mussulmana e una prof. di musica cattolica.

In "Ae fond kiss" (titolo originale del film, ndr) lei racconta una vicenda attuale in Scozia: nella realtà c’è l’happy ending?
Direi che è abbastanza comune. La Scozia è piena di famiglie di emigranti che hanno avuto lì i loro figli. Sono figli che rappresentano una generazione di mezzo, e tengono i piedi in due culture. Perciò molti giovani vivono una doppia vita, piena di contraddizioni: una fuori e una dentro la famiglia. Generalmente le cose si sistemano serenamente, non ci sono casi estremi in cui il legame con la famiglia si spezza”.

E’ la religione secondo lei a complicare il processo d’integrazione razziale?
No, penso che la religione stia lì a nascondere la realtà, perché quando all’inizio degli anni Sessanta è iniziato il processo di migrazione verso la Gran Bretagna, molti giovani pakistani si trasferirono accettando lo sfruttamento sul lavoro e gli atti di razzismo. Molti di loro, crescendo, hanno fatto fortuna e sono diventati parte integrante della società. E’ inevitabile che ciascuno cerchi di mantenere intatto il senso di identità, ma la percezione che ciascuno di noi ha della propria identità è complicata da mille altri fattori. Quando si litiga lo si fa sempre per colpa della politica o di interessi economici; quando succede per la religione bisogna cercare di capire cosa c’è dietro la discussione”.

Gli immigrati che vedranno il film si potranno identificare nella vicenda raccontata, o si sentiranno offesi?
Abbiamo fatto diverse proiezioni per la comunità pakistana di Glasgow e i giovani hanno apprezzato moltissimo il film. Dovrebbero vederlo le nostre zie per capire cosa ci tocca sopportare’ è stato il commento di un ragazzo. Solo i più anziani hanno trovato le scene d’intimità tra i due protagonisti un po’ troppo intime. Il mio film è un’ulteriore spinta a questo processo d’assimilazione culturale”.

A parte le bacchettate religiose, qual è il messaggio del film?
Non sono favorevole ad esprimere messaggi in una frase, sennò perché fare tanta fatica per fare un film? Quanto al prete cattolico della storia, egli è solo il prodotto del fenomeno immigratorio del XIX secolo, è solo una faccia del cattolicesimo (l’altra è rappresentata dal preside della scuola, ndr). Siamo stati attenti a non cadere nell’errore dello stereotipo, perché l’educazione cattolica non è tutta così. Ma decidere chi insegna e chi no, soprattutto in una scuola laica, è profondamente sbagliato”.

Come è cambiata la Gran Bretagna all’indomani della guerra in Irak?
La situazione in Gran Bretagna si è purtroppo cristallizzata ed è chiaro che ormai ci sono solo tre partiti, tutti di destra. Il leader del partito laburista, che doveva essere il capo della sinistra, si è rivelato un bugiardo che difende gli interessi delle grandi imprese. Due milioni di persone a Londra hanno manifestato contro la guerra, e nessuno ha pensato a come gestire questi dissenzienti. Il problema è sempre lo stesso, il settarismo: fare il pesce grosso nel piccolo stagno. Perciò io e altre persone abbiamo fondato Respect”.

Di che si tratta?
E’ una coalizione che comprende la sinistra, parte del partito laburista, ambientalisti e pacifisti. I suoi principi di base sono: no alla guerra imperialista, sì alla democrazia e alla pace, difesa della proprietà comune e lotta per la salvaguardia dell’ambiente”.

Che succede oggi al partito dei Labour?
Il partito laburista ha molti capi… ma troppi pochi indiani! Negli ultimi dieci anni ha perso tanti iscritti, e tra i nuovi ci sono soprattutto giovani seguaci di Tony Blair. Il vecchio partito laburista non esiste più”.

Girerebbe mai un documentario come quello di Michael Moore?
Ho trovato Fahrenheit 9/11 un film utile e importante, anche se è un prodotto americano girato da un americano per un pubblico americano. Il fatto che abbia contribuito ad affondare Kerry nelle presidenziali contro Bush non vuol dire che non abbia avuto impatto sulla gente. Tornare a fare documentari tutto sommato è positivo perché il documentario offre la possibilità di esprimere idee in maniera diretta. Mi piacerebbe girarne uno sui problemi dell’Europa e ho già pronto il titolo: Bugiardi e Imbroglioni”.

 
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