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mercoledì 27 febbraio 2019
di José de Arcangelo
L’ingrediente segreto
La sorprendente opera prima del macedone Gjorce Stavreski che ha vinto il Bergamo Film
Al cinema il film vincitore del 36° Bergamo Film Meeting, L’ingrediente segreto, sorprendente opera prima del macedone Gjorce Stavreski. Un film che mescola abilmente dramma e commedia, sociale e politico, criminalità e lavoro, superstizione e pregiudizio, disperazione e altruismo. 

Protagonista del racconto è Vele (il bravo Blagoj Veselinov), giovane meccanico delle ferrovie senza stipendio (da mesi) che non può permettersi le costose medicine necessarie per curare il padre malato di cancro.
Dopo aver provato con omeopatici, guaritori e santoni, si imbatte in un pacco di marijuana (contenente anche altre droghe) nascosto dai trafficanti in un treno, ne fa il misterioso ingrediente della torta (si facevano negli anni ’70 per le feste hippy) con cui, a sua insaputa, allevia incredibilmente i dolori del genitore, che sembra rinascere.

Nel giro di poco tempo Vele sarà costretto a scappare - perché nonostante abbia imposto il silenzio la voce si è diffusa - dalla folla dei concittadini che gridano al miracolo e vogliono a loro volta la torta miracolosa e dagli spacciatori inferociti che hanno scoperto la sua identità. La fuga rocambolesca diventerà occasione per ritrovare il rapporto tra padre e figlio, da lungo tempo schiacciato dal dramma di un pesante lutto. 

Primo riuscito lungometraggio per il regista macedone, L’ingrediente segreto (titolo originale Iscelitel) è in raro equilibrio tra dramma familiare e commedia brillante, in cui convivono comicità e satira sociale, sana ironia e capacità di raccontare l’amore, incluso quello tra padre e figlio e l’amicizia. E sullo sfondo e attraverso le persone che popolano il film il quadro di un paese – come gli altri e forse più di altri colpiti da una crisi – vittima dell’impoverimento sociale e culturale, fra guerra di interessi, potere e nuova criminalità.

Sono stato testimone della lotta della gente comune nel mio Paese – ha dichiarato Stavreski - In quei tempi selvaggi, il neoliberismo in salsa balcanica aveva ridotto i nostri valori a una guerra per accaparrarsi quanto più denaro e quanto più potere possibile e - per citare un personaggio del film – ‘il resto che andasse al diavolo’. I farmaci erano insufficienti e gli ospedali privati traevano enormi profitti. La gente cercava conforto nell’astrologia, nelle teorie della cospirazione e nelle scommesse. I guaritori fasulli si moltiplicavano. Ironicamente, l’umorismo servì da antidoto in quei tempi grigi. La gente imparò a ridere delle proprie disgrazie. Ed è così che nasce la mia storia: come due navi in rotta di collisione, l’umorismo e il dolore si sfidano in duello. L’umorismo è più come un sottomarino, che riemerge quando meno te lo aspetti e attacca ferocemente il dolore ipocrita, che con orgoglio solca le acque agitate dell’ingiustizia del vivere.

Nelle sale italiane da giovedì 21 febbraio 2019 distribuito da Lab80 Film 


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