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mercoledì 30 dicembre 2015
di Claudio Fontanini
Quo vado?
Torna la comicità caustica e impietosa di Checco Zalone che racconta l’Italia della prima Repubblica

Ci voleva il comico che da solo- o quasi- tiene in piedi tutto il carrozzone del cinema italiano (“Sole a catinelle” ha portato a casa nel 2013 la cifra record di 52 milioni di euro risultando secondo solo ad “Avatar” negli incassi italiani di tutti i tempi) per raccontare senza retorica e pietoso buonismo il nostro Belpaese tutto raccomandazioni e sogni di posto fisso. Divertentissimo e spietato, politicamente scorretto e scoppiettante, Quo vado?- dal 1 gennaio nelle sale italiane in 1300 copie con qualche sala che lo proietterà addirittura la notte di Capodanno- è di gran lunga il miglior film di Checco Zalone che qui abbandona qualche inutile volgarità e gli sketch parodia del suo cinema per concentrarsi su una nitida fotografia della Prima repubblica italica.

Quella dove ha vissuto come un re di provincia Checco che ha realizzato tutti i sogni della sua vita. Vita senza spese coi genitori (Ludovica Modugno e Maurizio Micheli), una eterna fidanzata che non intende sposare e, soprattutto, un lavoro a sicuro e a tempo indeterminato come impiegato nell’ufficio provinciale caccia e pesca.

Qualche timbro e la testa sgombra da pensieri fino a quando il governo vara la riforma della pubblica amministrazione e il relativo taglio delle provincie. Convocato al ministero da una spietata dirigente (l’ottima Sonia Bergamasco), Checco è messo di fronte alla classica scelta di vita: dimettersi e accettare una buonuscita o essere trasferito lontano da casa. Ispirato dal politico locale (cameo di Lino Banfi), il nullafacente a stipendio fisso opta per la seconda ipotesi e inizia un disperato ed eroico tour italiano (dalla Val di Susa alla Sardegna, da Lampedusa alla Calabria) che lo porterà a ricoprire i ruoli più improbabili in una sorta di resistenza forzata e comicissima a difesa del posto fisso.

Fino alla trasferta al Polo Nord in una base scientifica italiana dove avrà il compito di difendere gli studiosi dagli attacchi degli orsi polari (lui che a stento sparava alle quaglie in Puglia…) e dove, inaspettatamente, troverà persino l’amore in una giovane ricercatrice (Eleonora Giovanardi) che studia il surriscaldamento del pianeta e il suo effetto sugli animali. Col pizzetto biondo, educato e rispettoso (allo scatto del semaforo verde non si suona più, si inchioda con l’auto per raccogliere una cartaccia in strada…), Checco diventa un cittadino europeo modello ma al richiamo di Sanremo e alle note di Al Bano e Romina non si resiste e dopo aver parcheggiato l’auto in doppia fila (“E’ il suo posto naturale” gongola trasognato dalla sua casa norvegese) decide che è giunta l’ora di tornare a casa armi e bagagli.

Avrà imparato la lezione? Tra proposte matrimoniali retroattive e ribaltamento dei ruoli, irregolarità a norma e insegne divelte, figli alla spicciolata di diverse etnie e lezioni di alfabeto calabrese, sciamani in ascolto e reality di frontiera (“Per me è sì, benvenuto in Italia” dice Checco a un africano sbarcato a Lampedusa), Quo vado?- scritto da Luca Medici con Gennaro Nunziante che firma ancora la regia- è un bell’esempio di cinema brillante e mai banale capace di unire divertimento assoluto a riflessioni politiche e morali.

E così stavolta nella maschera del comico pugliese c’è riflesso l’italiano medio tutto connivenze e inganni, sotterfugi e creatività senza rete. Davvero un bel passo avanti per Zalone che passa a pieni voti l’esame di maturità artistica. Colonna sonora eterogenea e briosa (si passa da Celine Dion ai Santo California) impreziosita da “La prima repubblica” cantata sui titoli di coda da Zalone in stile Celentano e attualmente terzo tra i  brani più ascoltati in Italia.

Nelle sale dal 1 gennaio distribuito da MEDUSA

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