Finalmente una commedia diversa nel panorama del cinema italiano recente, una pellicola che unisce l’utile al dilettevole, parla di attualità, di rapporti padre-figli e diverte, tanto quanto la vera vecchia cara commedia all’italiana. Ispirata al campione di incassi messicano Nosotros los Nobles di Gary Alazraki, Belli di papà è diretto da Guido Chiesa, un autore finora ‘impegnato’ nel vero senso della parola, sempre interessato alla realtà contemporanea (da “Il partigiano Johnny” a “Lavorare con lentezza”), e che non si era mai cimentato nel genere.
Non a caso, afferma: “Quando ho iniziato a collaborare con la Colorado film – dirigendo la serie tv Quo vadis Baby (2008) – Maurizio Totti (il produttore ndr.) mi ha chiesto se fossi disponibile a dirigere anche film più orientati verso il mercato, rispetto a quelli drammatici, ‘difficili’, che avevo realizzato fino a quel momento. Infatti oggi certamente lo spazio per quel tipo di film si è certamente assottigliato, a tutto vantaggio delle commedie.”
Imprenditore di successo Vincenzo Liuzzi (Diego Abatantuono), è un vedovo rimasto improvvisamente solo a badare a tre figlie ventenni, Matteo (Andrea Pisani), Chiara (Matilde Gioli) e Andrea (Francesco Raimondo), che rappresentano per lui un vero e proprio cruccio. Infatti, i ragazzi vivono una vita piena di agi, ma senza senso e soprattutto ignari di ogni responsabilità, con una quotidianità leggera, lontana dai doveri e dalla voglia di guadagnarsi la vita. In sintesi: superficiali, viziati e spendaccioni.
Per riportarli alla realtà, il padre tenta una messinscena inconsueta, approfittando di un improvviso malore fatto passare per infarto: fa credere ai figli che l’azienda di famiglia stia fallendo per bancarotta fraudolenta. A questo punto sono costretti ad una non programmata fuga degna di veri latitanti. In questo modo i quattro trovano rifugio in una vecchia e fatiscente casa di famiglia nella Taranto vecchia e degradata. Per sopravvivere, Chiara, Matteo e Andrea dovranno darsi da fare facendo qualcosa che non hanno mai fatto prima: lavorare.
Tra ironia e cinismo, riflessione e commozione, emozioni e risate un ritratto di famiglia dove, ovviamente, nessuno è perfetto né padre né figli. Sceneggiata da Chiesa stesso con Giovanni Bognetti, la commedia funziona perché in raro equilibrio fra realtà e finzione, e per un ottimo uso degli attori, in primis i giovani che già si erano fatti apprezzare al debutto, tra cinema e web, e soprattutto la Gioli, rivelazione de Il capitale umano che rischiava di restare tale; e poi uno stuolo di caratteristi anche ‘locali’.
L’autore che ha voluto vedere il film originale, dichiara inoltre: “ho trovato il soggetto ricavato da Giovanni Bognetti per la versione italiana veramente intrigante, più incisivo e ben calato nel contesto del nostro Paese. Quando poi mi sono messo a lavorare con lui sulla sceneggiatura ho puntato ad ampliare proprio il rapporto genitori/figli, un argomento che è sempre di attualità e che, in quanto padre di tre figli, ho sentito molto vicino. Un tema che è già stato affrontato innumerevoli volte, ma che qui trova una declinazione inedita, perfetta per una commedia. Belli di papà ha l’ambizione di essere un film divertente e profondo, che analizza, da un certo punto di vista, un dibattito generazionale, in cui non si prende le parti di nessuno ma si rappresenta il contesto, le difficoltà i problemi, le vittori e gli errori di entrambi, genitori e figli.”
Nel nutrito cast il sempre incisivo Antonio Catania (Giovanni), Marco Zingaro (Rocco), ‘l’esordiente’ Francesco Facchinetti (Loris, il fidanzato PR della figlia), Niccolò Senni (Carlo), Valentina Principi (Benedetta), Barbara Tabita (Anna), Nick Nocella (Ferdinando) e Uccio De Santis (Donato), anche in “Io che amo solo te”. Nelle sale italiane dal 29 ottobre distribuito da Medusa Film
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