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martedì 18 novembre 2014
di Silvia Di Paola
DE NIRO: TUTTO SU MIO PADRE
In anteprima europea al MAXXI De Niro presenta il docufilm Remembering the Artist Robert De Niro Sr.
Robert e suo padre. Robert e la pittura. Robert e i rimorsi. Robert che confessa: “Ho molti rimorsi verso i miei genitori cui vorrei rimediare”. Eccolo il punto. Sta qui il perché della star Robert De Niro e della sua appassionata e commossa partecipazione a un docufilm sul suo papà Remembering the Artist Robert De Niro Sr. firmato da Perri Peltz e Geeta Gandbhir che dopo il MAXXI
Robert e suo padre. Robert e la pittura. Robert e  i rimorsi. Robert che confessa: “Ho molti rimorsi verso i miei genitori cui vorrei rimediare”. Eccolo il punto.
Sta qui il perché della star Robert De Niro e della  sua appassionata e commossa partecipazione a un docufilm sul suo papà Remembering the Artist Robert De Niro Sr.  firmato da Perri Peltz e Geeta Gandbhir che dopo il MAXXI, dove arriva grazie alla Fondazione Cinema per Roma, (incontro moderato da Mario Sesti, ndr) si vedrà su Sky Arte HD  in prima tv e in esclusiva domenica 28 dicembre.
Sta qui la ragione prima del suo portarlo in giro per il mondo, cominciando proprio dall’Italia per l’anteprima europeaperchè l’Italia è un grande paese, ci ho lavorato molto e amo tornarci. Mi sembrava il posto perfetto per l’anteprima internazionale”.

Ma perchè questo film era così necessario?
Per portare avanti l’eredità di mio padre. Ho sempre pensato che era molto importante per me, per lui e per i miei figli farlo, così come ho sempre pensato che era fondamentale tenere il suo studio così come lui l’ aveva lasciato: perchè i miei figli e i loro figli avessero la percezione di ciò che il suo nonno o bisnonno avevano fatto. Al di là dei riconoscimenti che ebbe ma anche di quelli che non ebbe perchè si tenne lontano da molti gruppi e perchè  a un certo punto la pittura figurativa fu travolta dalla pop art. E per me era una specie di debito”.

Ma perchè suo padre non è riuscito a ottenere invita ciò che desiderava, la fama che di certo meritava?
Semplicemente per una combinazione di cose. Sono tanti gli elementi che portano ad avere o non avere successo. Non conta la bravura. E poi lui il riconoscimento lo ha ottenuto anche se non  a livello che meritava e che giustamente credeva d meritare. Dipese dai tempi, dalla pop art che avanzava”.

E i suoi rimorsi sono anche legati, come dice nel film, al fatto che non lo costrinse a curarsi un cancro da cui forse si sarebbe potuto salvare?
In realtà io tentai di aiutarlo  portandolo dal medico che fu molto crudo. Mio padre ed io eravamo terrorizzati, ha affrontato la malattia ma solo sino a certo punto. Col senno di poi so che avrei dovuto costringerlo, forzarlo anche quando non voleva, portarlo di peso dal medico, cosa che non feci. Se lo avessi fatto forse ora sarebbe ancora in vita. E, certo, questa è una cosa cui penso spesso”.

E i suoi diari, alla base di questo film, come li ha ottenuti?
“Dopo la sua morte sono andato nel suo studio e ci siamo messi con dei miei collaboratori a cercare. Io non li ho letti per intero, i realizzatori del film mi hanno chiesto se ero disposto a leggere dei brani dei diari e l’ho fatto. Io non li ho ancora letti in realtà. Forse lo faranno i miei figli prima di me o forse lo farò io quando me la sentirò. Per ora non è arrivato il momento per me”.

Ma lei ha mai preso un pennello in mano? La pittura l’ha mai tentata?
No, mai. Effettivamente non mi interessa molto. Ho i dipinti di mio padre che cerco di mettere in mostra nei miei ristoranti ma non frequento le mostre. E se ho tanti quadri suoi che amo, non saprei dire se tra questi ne amo uno in particolare”.

Però il fatto di avere in casa un artista che cosa ha significato per lei?
Crescendo mi sono avvicinato al suo lavoro e alla sua arte, son riuscito a capirlo meglio. Certo che mi avrà influenzato vivere in una famiglia di artisti, tra genitori che sono venuti a New York per esprimersi a differenza di tanti figli di qualcuno che scappano da famiglie borghesi. Loro avevano già fatto quella scelta e infatti quando io ho detto loro che avrei fatto l’attore erano felici mentre magari un genitore tradizionale sarebbe stato più titubante”.

Ha mai pensato di dirigere lei questo film?
No mai, però ho dato strada facendo il mio contributo”.

Interpreterebbe suo padre in un film su di lui?
“Non ci ho mai pensato, non credo che lo farei”.

E che cosa pensava suo padre del suo lavoro di attore? Ne parlavate?
Non parlavamo molto del mio mestiere di attore, o delle mie interpretazioni in certi film. Se parlava del mio lavoro lo faceva con altri ma anche io non parlavo con lui un granché della sua pittura”.

C’è qualcosa nel rapporto con i suoi figli in cui lei pensa di somigliare a suo padre?
Dentro di me, nel rapporto coi miei figli vedo cose che riscontravo nei rapporti tra me e mio padre come l’affettuosità. Lui lo era con me e io lo sono con i miei figli. E poi ci sono altre cose che però sono troppo personali per poterne parlare”

Quanto ha messo di suo padre nei ruoli interpretati?

Nei miei ruoli metto sempre qualcosa di mio, come tutti. E quindi anche di mio padre”.

Che cosa vorrebbe dire a suo padre che non è detto nel film?
Solo che spero che gli piaccia questo film fatto per lui e per la sua memoria”.

Ma domani è un altro giorno per l’attore che, dopo Il lato positivo’, sarà di nuovo  diretto da David O. Russell e reciterà al fianco della  giovane ormai superstar Jennifer Lawrence e di Bradley Cooper in Joy. Decisamente tutta un’altra storia.


 
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