Un sentito e doveroso omaggio all’ultima fase della vita, umana ed artistica, di un personaggio scomodo e contraddittorio che ha fatto la storia della musica italiana. Arriva il 6 novembre nelle sale italiane, Non escludo il ritorno, il bel film di Stefano Calvagna su Franco Califano interpretato sullo schermo da uno straordinario Gianfranco Butinar, il talentuoso imitatore che ha trascorso 22 anni della sua vita accanto al Maestro e che qui riesce a rendere visibili stati d’animo, sospiri e pensieri malinconici in quella che si definisce una vera e propria prova d’attore.
Prodotto dalla Poker Entertainment e girato in poco più di due settimane, il film- che prende il titolo dalla frase manifesto che il cantautore romano ha voluto sulla sua lapide- parla della cosiddetta ‘terza vita’ dell’autore di Tac e Tutto il resto è noia. Dal declino alla rinascita fino alla morte ecco esperienze di vita e momenti tragici, sofferenze ed eccessi in un riuscito mix di ironia e commozione. Tra manager casarecci più interessati all’uovo oggi che alla gallina domani e ammiratrici d’assalto, corse in auto a 200 all’ora e incontri di pugilato, serate svogliate e palcoscenici sognati, ultimi posti a Sanremo e improvvise difficoltà economiche emerge il ritratto, intimo e problematico, di un uomo per il quale solitudine ha sempre fatto rima con libertà.
“Ho conosciuto bene Franco e con questo film volevo rispettarlo al massimo” dice Calvagna presentando alla stampa la pellicola “per questo ho scritto la sceneggiatura con chi gli è stato vicino (Manuel Melitoto e Roberto Errichetti) e ho persino usato in scena i suoi vestiti e i suoi oggetti personali. Peccato soltanto non aver potuto girare in quella che è stata l’ultima sua casa e che nel frattempo è stata riaffittata”. “L’urgenza del film mi è nata quando prima dello scorso Natale è iniziata a girare la voce di una fiction televisiva sulla sua vita” continua il regista qui alla sua prova cinematografica più convincente.
"Non volevo che si speculasse sulla solita triade carcere- donne-cocaina e così mi sono preso la briga di raccontare le sfumature e la sensibilità di un artista che in vita ha avuto meno di quello che meritava”. “Franco è stato un uomo che per tanti ha rappresentato un esempio da seguire nella ricerca delle cose semplici e nella lontananza dai mondi borghesi. Si sentiva a suo agio con i giovani e ha sempre pagato sulla sua pelle gli errori commessi” continua il regista che evita di fare altre polemiche sulla ingiusta esclusione dal Festival del Film di Roma appena concluso (“Avete visto il film e potete giudicare” dice rivolto ai giornalisti “certo è che non ci sono rimasto bene visto che mi sarei accontentato anche di non essere in concorso”).
“Com’è stato interpretare Franco? Facile, ce l’ho nelle viscere da anni e con lui ho trascorso più tempo che con mio padre” dice invece Gianfranco Butinar che si cimenta anche col canto interpretando alla perfezione, in presa diretta, i brani più famosi di Califano. “L’ho conosciuto nel ’91 in un locale di Cerenova e da allora è stata una miniera di consigli di vita e aneddoti da raccontare”. ‘Invecchierò soltanto cinque minuti prima di morire’ si legge nella didascalia iniziale del film. Una frase che racchiude al meglio la poetica di un uomo da riscoprire oltre le apparenze e per la quale vita e arte si sono confuse a meraviglia. Nel cast, oltre al magnifico Butinar, recitano Enzo Salvi, Franco Oppini, Nadia Rinaldi, Andrea De Rosa, Danilo Brugia, Michael Madsen, Rossella Infanti, Roberta Scardola, Claudio Del Falco e lo stesso Calvagna nei panni del road manager del cantante.
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