Tutti i pazzi da Bisio. C’è lo spacciatore (Marco Giallini) colpito da crisi di panico che scopre di aver messo incinta una cubana; la coppia (Pietro Sermonti e Caterina Guzzanti) che non riesce a fare più sesso; il telecronista (Rocco Papaleo) che odia la Germania perchè sua moglie ha una relazione con un tedesco; la ninfomane (Paola Minaccioni) che si innamora dello psicanalista e lo perseguita; l’obeso quarantenne vergine (Massimiliano Bruno) perchè sempre attaccato alla mamma; e poi c’è lei, la segretaria dello psicoanalista, artista precaria che non cerca aiuto psicologico ma solo lavoro e amore che è, poi, quello che cercano tutti.
Anche lui, lo psicanalista con la faccia di Claudio Bisio, milanese in un film tutto romano, questo Confusi e felici di Massimiliano Bruno che di amore ha bisogno come il pane ma non lo sa. Almeno finchè non gli viene diagnosticata una malattia degenerativa e allora tutto cambia. “L’idea mi è venuta perchè molti intorno a me stanno male,io stesso vado in terapia da 15 anni ed era intrigante l’idea che chi di solito deve curare ha bisogno di essere curato. Io so che la psicanalisi freudiana non funziona, così mostro un medico che cura le persone, piuttosto che fare assistenza. Purtroppo, per molti anni noi siamo andati da psicanalisti che ti mettevano la mano sulla spalla: è meglio affidarsi a dottori che ti guariscono” chiosa il regista.
E Bisio: “Non cerco l’originalità o la stranezza quando scelgo i ruoli. Amo i film normali e ben fatti. Come questo che ha una storia ben scritta, un’ottima sceneggiatura e io ne leggo molte. E poi con Massimiliano avevo lavorato in Ex di Brizzi e volevo tornare a lavorare con lui e poi tutti gli attori sono romani. Io sono il solo milanese in mezzo a tutti i romani ed era troppo divertente e istruttivo” E la Minaccioni: “La qualità di Massimiliano è che sa andare dritto al punto e tutti i personaggi sono centrati, persino io che stavo però al trucco quattro ore perchè Massimiliano si era messo in testa di farmi sembrare figa. Una faticaccia!!!!“
Mentre per la Guzzanti: “Ha sempre vicino il marito impotente. E’ un personaggio tre metri sopra le righe, parla del marito come se non ci fosse, mentre l’ha accanto come un trolley”. E Pietro Sermonti, ingrassato non poco per questo ruolo che all’origine doveva essere dello stesso Massimiliano Bruno che poi invece è andato a interpretare il personaggio che doveva essere di Lillo: “Il personaggio è un uomo che si è dimesso dal proprio corpo e vive solo sui social, uno sdraiato tardivo, che ha infeltrito il suo corpo e il desiderio a causa dei social. Ne conosco molti cosi”.
Bisio, invece, quanti pazzi come quelli del film conosce? “Moltissimi e anche se questo psicanalista è non realistico e improbabile, tanto che si fa aiutare dai pazienti e vale per lui il ’tutti per uno’, nel senso che lui aiuta loro (o ci prova) ma loro aiutano lui. Ma vedrete una bella sorpresa. Io che canto in romanesco mentre il trio Gazzè, Fabi e Silvestri suonano e fanno i buzzurri cavandosela benissimo”
Ma lei crede nella solidarietà tra quasi amici nella vita reale? “Si, ci credo nell’aiuto degli altri. Mi succede nella vita, mi è capitato, soprattutto ora di questi tempi non allegri, di essere aiutato e di aiutare, Credo che non dovremmo smettere di credere nell’aiuto reciproco, anche se molti ci spingono a farlo”.
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