Una storia di colpe e rimorsi, due uomini, due rivali ma in realtà un padre e un figlio che si fronteggiano in un duello che non sembra avere fine. The Judge, metà dramma familiare e metà dramma giudiziario diretto da David Dobkin (2 single a nozze), parla di conflitti irrisolti ma anche di salvezza e redenzione ed è interpretato da due attori di livello: Robert Downey Jr. e il premio Oscar Robert Duvall più un cast variegato in cui figurano Vincent D’Onofrio, Vera Farmiga, Billy Bob Thornton. Attualmente lanciatissimo ad Hollywood, Robert Downey Jr., smessi i panni di Iron Man e di Sherlock Holmes, affronta con The Judge, primo film prodotto dalla sua compagnia cinematografica in coppia con la moglie Susan, un ruolo complesso e sfaccettato.
Veste i panni di Hank Palmer un avvocato di grido, rampante, aggressivo e privo di scrupoli che si trova ad affrontare una delle prove più difficili della sua carriera: difendere il padre, giudice integerrimo di una piccola città dell’Indiana, dall’accusa di omicidio. Il padre è un eccezionale Robert Duvall, attore carismatico dal lungo curriculum che anche in questo caso regala un’interpretazione super. Hank si è trasferito nella grande città, laureatosi con il massimo dei voti ha poi raggiunto un successo invidiabile nel lavoro. Da anni non ha più rapporti con il padre e quando torna a casa, in seguito alla morte della madre, viene accolto con freddezza e distacco, i successi della sua carriera sono sistematicamente sminuiti e il fallimento del suo matrimonio suscita ulteriore riprovazione nel padre.
Insomma la chiusura è totale, meglio tornare a casa. Ma prima che riesca a fuggire Hank viene chiamato a difendere il padre che dopo essere stato giudice per 42 anni, si ritrova ora sul banco degli imputati. Una prova ardua tanto più perché l’anziano genitore tutto fa tranne che collaborare per la messa a punto di una linea difensiva vincente. E’ un uomo all’antica e piuttosto che perdere il suo onore preferirebbe andare in prigione. Come se non bastasse, Pubblico ministero è Dwight Dickam che non vede l’ora di rifarsi nei confronti di Hank a causa di vecchi rancori inerenti a una precedente questione legale.
Mentre il processo va avanti, intorno ad Hank ruotano le figure dei fratelli Glen e Dale e la sua vecchia fiamma del liceo Sam. Via via scopriamo come era la famiglia Palmer prima che andasse in pezzi attraverso i filmini casalinghi di sapore nostalgico che Dale, il fratello minore, proietta spesso per rivedere la madre. Appare chiaro che dietro tanta ruggine ci sia un segreto e che il padre non ha mai perdonato Hank per qualcosa successo in passato. Tra momenti emotivamente intensi ed altri meno, The Judge esplora una famiglia dal suo interno: le dinamiche, le situazioni irrisolte, le incomprensioni, le differenze caratteriali, le cose a lungo taciute mentre sullo sfondo si sviluppa il percorso giudiziario.
L’impressione è che si sia voluta mettere troppa carne al fuoco: una trama prolissa di ben 140minuti si sfilaccia sempre più in un bailamme di personaggi del tutto superflui: la moglie infelice che compare in un’unica sequenza, la figlia che viene a trovare il padre e abbraccia per la prima volta il nonno, la figlia della sua ex con cui Hank ha un abboccamento amoroso. Insomma troppo di tutto: l’insieme è confusionario, si perde nei rivoli più o meno contorti di vicende parallele e sposta continuamente l’attenzione dalla storia principale. Lo stesso dicasi per il finale che si dilunga inutilmente, mentre chiudere con la sequenza del lago, con i due protagonisti in barca, avrebbe rappresentato il punto di arrivo ideale, la risoluzione di questo tormentato rapporto.
Nelle sale dal 23 ottobre distribuito da WARNER BROS.
NOTE: La Carliville del film è in realtà Shelbourne Falls in Massachussetts, un villaggio che vanta una ricca storia e una comunità di artisti, gallerie d’arte, librerie. Una residenza molto moderna di Belmont ha fornito l’ambiente per la casa di Hank a Chicago.
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