Alla ricerca dell’amore perduto, in direzione ostinata e contraria. Dopo aver portato in palcoscenico Oriana Fallaci e Judy Garland (per non dire di una memorabile Giovanna d’Arco interpretata per la prima volta nel 2004), Monica Guerritore prosegue il suo personale ritratto di donne forti e appassionate, fragili e problematiche, portando in scena i versi tenerissimi e incandescenti di Alda Merini, la poetessa dei Navigli morta a Milano nel 2009. Nell’inedita e convincente veste di cantante, l’attrice, accompagnata in scena dal cantautore e musicista Giovanni Nuti (16 anni di ‘matrimonio artistico’ con la Merini) porta per mano lo spettatore in un viaggio mentale dove parole e note si confondono tra carne, passione e follia.
Serata fiammeggiante e ‘necessaria’ quella del teatro Vittoria (dove Mentre rubavo la vita rimarrà in scena fino al 19 ottobre) in un emozionante susseguirsi di schegge di vita che mettono a nudo una montagna di forza e dolcezza. Una donna che subì 46 sedute di elettroshock e che voleva comunque essere ricordata come la poetessa della gioia. Anfratti bui di osterie dormienti e sfregi del dolore, calici di veleno e vestiti incandescenti, idilli ottocenteschi e una scandalosa felicità da assaporare, letti come zattere che corrono verso il divino, rossetti sulle labbra di piccole prigioniere e stelle alpine da cogliere in una preziosissima tessitura di personalità che si metafora del vedere altro e oltre.
Perché ‘confondere la merda con la cioccolata è privilegio di persone colte’ e, come canta la Guerritore in Piccola ape furibonda ‘i folli sono quelli che rinunciano agli amori facili’. Uno spettacolo che invita al rischio (“E’ così bello che è come suonare su una corda sola”), a non accontentarsi di quel quotidiano vuoto e superficiale che travolge ogni sentimento nel nome dell’ordinario. Già visto con successo al Trianon di Napoli, al Palazzo del Michelerio di Asti e alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, Mentre rubavo la vita - nato da un’idea di Rossella Martini con la regia di Mimma Nocelli e la produzione di Sagapò Music e Tieffe Teatro- rende magnificamente il senso di abbandono, la vitalità della malattia, l’impossibile adattamento alle convenzioni e la sfrenata emotività di una femmina indomita alla quale persino ‘quella croce senza giustizia che è stato il manicomio non ha fatto che rivelare la grande potenza della vita’.
Viscerale, evocativa e coraggiosa la Guerritore spalleggiata dalla classe e dall’energia vocale di Nuti con l’accompagnamento musicale di una band di sei elementi (Stefano Cisotto, direzione musicale e tastiere, Massimo Ciaccio al basso, Daniele Ferretti al pianoforte, Massimo Germini alla chitarra, Sergio Pescara alla batteria e Simone Rossetti Bazzaro al violino) e l’ausilio delle splendide proiezioni video di Lucilla Mininno.
A chiusura della bellissima serata, raccomandabile anche a quelli che pensano che la poesia sia sinonimo di noia, Quelle come me, un toccante brano inedito musicato da Nuti e dalla Guerritore su testo della Merini e disponibile in download e sulle principali piattaforme streaming. Un vero e proprio inno all’indipendenza femminile e al bisogno di un sentimento assoluto. Dopo le rappresentazioni romane, Mentre rubavo la vita proseguirà il suo tour a Milano (dal 24 ottobre al 2 novembre al Teatro Menotti), Genova (il 4 novembre al Teatro Politeama) e Rimini (il 9 novembre al Teatro Novelli). Da non mancare.
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