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mercoledì 23 luglio 2014
di Alessandra Miccinesi
Guè Pequeno per Step Up 4
Il famoso rapper italiano versione doppiatore a Giffoni oggi per l’anteprima di Step Up All In
Le sue sono rime che spaccano, turbano, e colpiscono sempre il bersaglio. Tant’è che per i fan, ogni lirica è quasi un dogma: oro colato che brilla di citazioni, letterarie e cinematografiche. Versi che profumano di strada, di vita vera e delle mille esperienze che entrano con il ritmo della musica e finiscono in brivido sulla pelle. Per Cosimo Fini, in arte Gue’ Pequeno - rapper italiano tra i più popolari, è tempo di mettere da parte le rime, per ora, e prestare la voce al cinema. La settima arte, del resto, è un mondo che lo affascina da sempre e che è sempre stato presente nel suo vissuto: "da quando mia mamma giornalista cinematografica mi portava a vedere tutti i film, da Guerre Stellari a Robocop".
Dopo diversi album incisi con la sua band - i Club Dogo - premiati con dischi d’oro e di platino, un libro all’attivo (La legge del cane, Add Editore), e la fondazione dell’etichetta indipendente Tanta Roba, Guè Pequeno debutta come doppiatore prestando il timbro al personaggio di Jasper: leader della crew dei Grim Knights in Step Up All In (nei cinema dal 20 agosto con M2 Pictures). Il film è l’evento speciale di oggi al festival di Giffoni.

Domani (oggi per chi legge,ndr) ci saranno centinaia di giovani e giovanissimi ad aspettarti al Giffoni Festival: emozionato?
Ci sono già stato a suonare, in passato, e curiosamente ho dei punti in comune col festival, ma sono stra felice di tornarci per incontrare i ragazzi.

Il tuo ascendente sulle nuove generazioni è forte, anzi fortissimo: per alcuni di loro le tue rime sono un ‘must’. Ti pesa la responsabilità?
Sinceramente, quando faccio musica mi ispiro alla mia vita, a quello che faccio e che vedo, anche se molte cose sono ‘romanzate’, prese dal cinema e dalla letteratura. Capisco il fascino esercitato dalla musica in generale e dalla moda sugli adolescenti, ma non bisogna demonizzare il rap.

Spiegati meglio

Noi rapper ci limitiamo a fare la nostra musica, a raccontare la nostra visione, le nostre storie: in tutti c’è del buono e del cattivo. Io nella mia produzione ho dei testi molto interessanti, mi piace parlare direttamente di argomenti in modo crudo e diretto, mi sento meno ipocrita. Non scrivo le rime a tavolino.

Ti riferisci alla musica italiana?
Non per criticare ma è pieno di cariatidi, artisti che non hanno fan e non vanno mai in tournée. E’ bello avere una marea di ragazzi che ti seguono, e nello stesso tempo è una responsabilità. Ma io faccio quello che faccio, ed è dall’età di 14 anni che sento certa musica e certe ‘rime’ toste, ma a quell’età lì si è attratti da certe cose. Per questo non mi sento ancora in una fase della carriera in cui sento di dover dire o fare qualcosa. Credo che il successo derivi dalla sincerità, e per me viene prima di tutto.

Progetti futuri?
Ho appena finito di registrare in studio il nuovo disco dei Club Dogo che uscirà a Settembre 2014 con Universal Music Italia ma guardo già avanti. Del resto, il singolo Weekend, scritto e registrato a Los Angeles, è già al primo posto della classifica di vendita FIMI-GFK, ed ha superato il milione di visualizzazioni.

Da dove nasce la tua ispirazione?
Di solito ascolto la musica che mi arriva e da lì partono delle immagini, comincio a vedere delle cose nella mente che associo al suono o alla base. Il testo di solito nasce così. E’ un processo che ricorda quello cinematografico; ho anche fatto videoclip che somigliano a delle piccole fiction.

Cinema: un tema che ritorna nella tua vita
Sì, è da quando sono piccolo che i film mi interessano in maniera quasi morbosa. Con la mamma giornalista cinematografica da piccolo sono andato a vedere Star Wars e Robocop, un film che considero violentissimo e che mi ha rovinato l’infanzia. Mi è rimasto talmente impresso che lo registrai in vhs e lo rividi a oltranza, imparandolo a memoria, quasi per esorcizzare.

Che spettatore sei diventato?
Crescendo, ma restando in tema delle peggio cose che amano fare gli adolescenti, mi sono sentito attratto da personaggi come Scarface e Quei bravi ragazzi.

Scorsese e De Palma: sono i tuoi registi di culto?
Sì ma non mi piacciono solo loro, perché poi io sono uno che al cinema vede di tutto.

E’ vero che hai già frequentato un corso per doppiatori?
Sì, prima di iniziare la carriera di rapper, in un periodo in cui non avevo voglia di studiare e facevo qualsiasi lavoro, ho iniziato un corso di doppiaggio teatrale che non ho finito, perché è arrivata la chance di guadagnare soldi facendo musica.

E ora c’è Step Up 4: come è andata?
E’ stato interessante. MI è stata proposto di doppiare Jasper ed ho subito pensato di accettare per motivi professionali, nonostante qualcuno abbia storto il naso. Prima di tutto si tratta di un film mainstream, popolarissimo, arrivato al 4 capitolo: è di altissimo livello a livello qualitativo e parla di un contesto urban, quindi vicino al mio mondo. La saga è molto seguita dai teenager ed ho pensato ci fossero punti in comune con la mia musica.
 
Cosa si prova ad entrare in sala d’incisione per dare la voce a un altro uomo, a un altro corpo?
Ho avuto una reazione di choc. Io ho fatto tutto nella vita e non mi stupisce davvero più niente, ma all’inizio del lavoro ho pensato di non farcela. Quando poi ho visto che le parole andavano in sincro è stato un flash!. Sono soddisfatto dell’esperienza, come molte cose che hai paura di fare e poi ci riesci, ho una ’tacca’ in più e sono contento. L’autostima è cresciuta, e io ne ho bisogno. Perché a volte mi capita di fare qualcosa di riprovevole (sorride, ndr).

Tra ragione e istinto, di solito cosa è che prevale?
Nessuna, è sempre un mix delle due cose perché io sono un grandissimo lavoratore, fortunatamente. Nonostante lo stile di vita molto sregolato, sono sempre focalizzato sul lavoro: morirei se non avessi un impegno. Ragiono, ma spesso mi butto nelle cose. Però, anche se non faccio la scelta giusta, vale come esperienza. Diciamo che non mi faccio mancare nulla.

E tra amicizia e amore, quale delle due prevale?
La mia vita è affollatissima come un aeroporto internazionale, donne che vanno e vengono (scherza, ndr) ma non so dirti, dipende. Se è duraturo ed è vero, scelgo l’amore. Se è forte e sincera, preferisco l’amicizia. Una non preclude l’altra dipende dalla qualità del sentimento, anche se per me l’amicizia è importante, perché a differenza di altri miei colleghi, giovani e spregiudicati, che appena entrati nel business ne approfittano, io sono uno fedele.

Che vuoi dire?
Il rap genera un grande successo, soprattutto ora. Parlo per me: all’inizio della carriera ho lasciato passare tanti ‘treni’ professionali davvero importanti, e avrei guadagnato di più se avessi fatto altre scelte, magari andando in altre direzioni, e lasciando andare gli amici di sempre. Ma tutto torna, è la legge del karma. E dopo tanti dischi d’oro e di platino, lavoro con persone affiatate, che sono amiche da sempre. Le stesse persone che ci hanno supportato all’inizio, quando eravamo sconosciuti, sono le stesse che oggi vengono premiate dal nostro successo.    


Links correlati
http://www.giffonifilmfestival.it
http://www.m2pictures.it
 
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Foto dal Web e di Alessandra Miccinesi

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