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martedì 16 aprile 2013
di Giacomo Ferrante
La metafora di Bussana - L’Europa che vogliamo
A un anno dal primo ’lancio’ del progetto di Giacomo Ferrante, ecco lo stato avanzamento lavori

C’è una forza misteriosa, ancestrale e potente, che spinge i sognatori a vedere oltre le barriere del mondo materiale, ma questa energia da sola non basta a trasformare i sogni in realtà. Ne siamo consapevoli. Oltre alla capacità rara di immaginare ciò che altri riescono a malapena a percepire con i fragili sensi, infatti, servono ben altre doti. Qualità superiori che fanno realmente la differenza tra semplici sognatori e sognatori-creatori. Ed è in questa seconda categoria che trova la sua naturale collocazione Giacomo Ferrante.

Videomaker per vocazione e umile coltivatore di utopie, a Ferrante, che ha partorito un progetto artistico dal sapore davvero innovativo, va il merito di aver saputo convogliare con il suo entusiasmo ragazzino e la sua granitica perseveranza tante energie diffuse, per farne un mosaico sapido e vivo. Un corpus di immagini, note e parole; un affresco bellissimo ancora work in progress ma capace di vivificare la pura essenza dell’Arte. La sola - semmai servisse ribadire il concetto - che insieme alla bellezza sarà in grado di salvarci. Tutti. Cinespettacolo, che ha subito appoggiato il progetto condividendone tutte le istanze, continua a dare spazio ai sogni e ai sognatori. Di seguito pubblichiamo quindi il diario di bordo di Giacomo Ferrante sul secondo trip effettuato a Bussana Vecchia, sabato 13 aprile. (Alessandra Miccinesi)

La metafora di Bussana - L’Europa che vogliamo è un progetto che nasce all’inizio della primavera del 2012. E’ una Chiamata alle arti che viene fatta ad artisti e intellettuali di ogni latitudine che hanno voglia di creare opere sul tema che da’ il titolo al progetto stesso. A poco più di un anno da questa chiamata sono oggi tra le cento e le centocinquanta persone che hanno aderito al gruppo per dare il proprio contributo artistico e/o tecnico alla ’metafora’. Sabato 13 aprile 2013, un drappello di questo ampio gruppo ha effettuato un "trip" collettivo: partenza da Torino e arrivo a Bussana vecchia. Ecco la cronaca della giornata.

Appuntamento a Torino e facciamo la conta, siamo in undici. Partiamo con due auto, e stavolta arriviamo subito a Bussana vecchia senza sbagliare strada (è la prima volta che succede) e questo lo considero un buon segno, inoltre c’è un sole bellissimo (altro bel segno). Ce la prendiamo con comoda per strada e l’inconfondibile campanile della chiesa di Bussana vecchia ci da’ il benvenuto in paese. E’ l’ora di pranzo. Nicolas Stoppa ed Esmeralda Sciascia ci ricevono nel giardino con la tavola apparecchiata...si mangia e beve vino, si parla del progetto ma non solo...Tutti godiamo della bella giornata di sole in un luogo magico e tra gente che condivide, chi più chi meno, la stessa passione per l’espressione artistica nelle diverse ed infinite sue forme...infatti tra noi son presenti musicisti, poeti, videomakers, fotografi/e eccetera.

Dopo pranzo facciamo un giro per il paese, tutti assieme, si consumano caffè al bar, si chiacchiera piacevolmente e si discute di politica. Alcuni scattano fotografie, altri - come me e Luka Ferrante -invece (videocamera in spalla) sono impegnati con le riprese del paesaggio ed interviste ai residenti e/o ai turisti di passaggio. Ancora una foto rubata a qualche scorcio di Bussana vecchia, tra studi d’arte e magnifici panorami, vicoli e gatti stesi al sole, e poi si fa irruzione pacifica, tutti assieme, nello studio-laboratorio di Silvano Manco, artista poliedrico, cantautore, pittore e chissà quante cose ancora, dove, grazie all’iniziativa di Esmeralda Sciascia improvvisiamo un canto collettivo accompagnato dal ritmico battere delle mani.

Una bellissima foto collettiva di Aldo Mazzarino il cantautore torinese (che in questo caso si rivela anche buon fotografo) scatto che ci ritrae in gruppo ai piedi della chiesa grande, senza tetto, resta il simbolo della nostra giornata a Bussana vecchia. Una giornata importante, preziosa per chi, come noi e come tanti altri, crede nel valore dell’arte.
Tardo pomeriggio e si smobilita. Il gruppo riparte per Torino, e sulla via del ritorno subito sbagliamo strada (segno che da quel luogo simbolo quasi non vorremmo andarcene), finché imbrocchiamo l’ingresso giusto dell’autostrada. 

E ciascuno torna a casa sua, alle solite abitudini, al solito lavoro, alle solite facce da vedere con piacere o meno. Tutti dopo aver vissuto, per qualche ora almeno, "dentro una fiaba" che ogni volta si fa nuova e diversa da scoprire o riscoprire. Hanno fatto parte del trip anche Irene Capirone, Enrico Petrella, Emanuela Gallo col figlio Ruben, Delia Gianti, Alessandra Miccinesi, Renato Baldi e Marina Colombera.

 
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