Con Flamenco Republic, ideale stato in cui vige solo la legge dei bailaor, ha rivoluzionato gli stereotipi del flamenco. Nel Perro Andaluz (Il cane Andaluso) ha fuso flamenco, tango, e danza contemporanea usando il fuoco surreal-avanguardista di un cineasta di nome Luis Bunuel. Oggi la bailaora anarchica Marìa Pagés – danzatrice intima e vigorosa - scalda i muscoli per una nuova appassionante sfida: plasmare in movimento coreografico strofe di canzoni illustri. Testi incisi nella memoria, anche collettiva – è il caso del manifesto pacifista Immagine, song firmata John Lennon, arrangiata sulle note di una struggente chitarra flamenca - che trasformano la riflessione in movimento, il pensiero in danza, superando ogni frontiera intellettuale, culturale, artistica.
Canciones, antes de una guerra, regia di José Maria Sanchez, è il titolo del nuovo spettacolo che la danzatrice coreografa dalle braccia sinuose – assente dai palcoscenici romani da quasi un anno e mezzo - presenterà al Teatro Sistina a partire da questa sera. In scena, oltre alla bailaora sivigliana e agli otto ballerini della Compagnia Marìa Pagés, ci saranno tre musicisti (chitarre e percussioni), la sodale vocalist Ana Ramon, e la partecipazione speciale della cantante Tsidii Le Loka.
Presentato alla Biennale del Flamenco di Siviglia 2004 Canciones, ante de una guerra è un chiaro esperimento coreografico teso a svelare tutte e due le facce (interiorità ed esteriorità) della stessa medaglia: il flamenco.
“L’idea dello spettacolo è nata in maniera molto semplice, spiega Marìa Pagés, il cui tratto distintivo nella coreografia si esplica attraverso il meticciato degli stili e lampi di geniale comicità: mi è capitato di ascoltare alcune canzoni e ho deciso di ballarle”. Tutto qui. Nel solco delle precedenti produzioni anche in Canciones, Marìa Pagés, già prima ballerina nella compagnia di Antonio Gades e oggi madrina del nuovo flamenco, dà smalto alla tradizionale danza andalusa arricchendola di spunti esterofili e ritmi estranei al mondo gitano.
“Non chiudo mai la porta alla danza anche se la musica non è flamenco” è il pensiero-guida della bruna bailaora, che senza rinnegare le proprie radici agita le fronde del flamenco ai venti della contaminazione.
“Le coreografie? Hanno vita propria e suggeriscono sempre nuove idee. La danza unisce, dona un tocco d’umanità in più. E, come il linguaggio del corpo nel silenzio, è armonia, equilibrio, pace”.
Il primo impegno di Marìa Pagés, del resto, è sempre lo stesso: modificare la concezione che all’estero si ha del flamenco. Una danza antica e autentica. Frutto di un amalgama di culture diverse - araba e giudaica - che hanno attecchito in terra andalusa creando una peculiare estetica che la bailaora non tradisce. Neanche quando danza l’assolo Nanas de la cebolla - poetico pezzo di Miguel Hernandez e Alberto Cortez interpretato da Joan Manuel Serrat - dedicato al piccolo Pancho.
“Spero che tutti gli adolescenti, che come mio figlio Pancho si affacciano alla giurisdizione compromessa degli adulti, non dimentichino che la fantasia, i sogni, il sorriso e l’amicizia sono gli strumenti più appropriati di cui disponiamo noi adulti per costruire un mondo più giusto per tutti” sussurra Marìa Pagès. I tacchi piantati in scena e le lunghe braccia aggrappate al cielo. Quasi a voler spazzare via, con impeto, la polvere, il folclore, e il dolore. Olè!
Dal 20 settembre al 2 ottobre
Compañía Maria Pagés presenta
Canciones, antes de una guerra
con
Marìa Pagés
Ballerine
María Morales, Sonia Fernández, Mar Jurado, Cristina Tomé
Ballerini
José Barrios, Emilio Herrera, Noé Barroso, José Antonio Jurado
Musicisti
Ana Ramón, cantante - Ismael De La Rosa, cantante
José Carrillo (Fyty), chitarra - Isaac Muñoz, chitarra
Chema Uriarte, Percussioni
Con la partecipazione speciale di Tsidii Le Loka.
Teatro Sistina – Via Sistina, 129 - Roma
Info: 06/06/4200711