In
Donna Mimma, novella del
1917 che diede successivamente il titolo all’omonima raccolta,
Pirandello esprime in modo particolarmente asciutto e crudele la sua
avversione nei confronti della scienza. Con i suoi teoremi, procedure e definizioni, essa cristallizza la realtà circostante in una forma rigida, impedendo il divenire naturale della vita.
“Il professore ha dato a Donna Mimma gli occhiali della scienza, ma le ha fatto perdere irrimediabilmente, la vista naturale”. Un punto di vista crudo e senza fronzoli che esprime chiaramente l’opinione che Luigi Pirandello aveva della modernità.
La donna nell’universo pirandelliano è impossibilitata ad emanciparsi e a vedere riconosciuta la propria autonomia. Quasi sempre soggetta all’autorità dell’uomo, non riesce ad esprimere pienamente la sua personalità,quandanche abbia un ruolo concreto e riconosciuto nella comunità in cui vive.
Una matrice che sopravvive indelebile in un mondo arcaico e contadino, per cui l’emancipazione femminile rimane, ancora oggi, uno slogan lontano nel tempo e nello spazio.
Portato in scena con la regia e l’adattamento di Mauro Conciatori, inserito nella grafic novel animata di Spartaco Ripa, lo spettacolo si avvale dell’interpretazione di Barbara Scoppa nel ruolo di Donna Mimma e di Giuseppe Renzo in quello del narratore/autore. Unica replica, pre-debutto 21 marzo 2023, h 21
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