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venerdì 1 luglio 2016
di José de Arcangelo
52a MOSTRA DI PESARO
Inizia domani la ’otto giorni’ di cinema tra passato, presente e futuro. Dirige Pedro Armocida
Ritorna, quest’anno non più a fine giugno, ma dal 2 al 9 luglio, più ricca di proposte ed eventi, la 52a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, stavolta in una panoramica cinematografica di otto giorni tra passato, presente e futuro. Diretta da Pedro Armocida - che ha dichiarato di aver lavorato con un “gruppo di persone con esperienza e conoscenza per una proposta
Ritorna, quest’anno non più a fine giugno, ma dal 2 al 9 luglio,  più ricca di proposte ed eventi, la 52a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, stavolta in una panoramica cinematografica di otto giorni tra passato, presente e futuro. Diretta da Pedro Armocida  - che ha dichiarato di aver lavorato con un “gruppo di persone con esperienza e conoscenza per una proposta popolare” - (ri)parte, naturalmente, nel segno del ‘nuovo cinema’, in un variegato viaggio che porterà gli spettatori a seguire una manifestazione chiara nella programmazione e con una precisa messa a fuoco nel mostrare luce e ombre di cinema, eterogenei ma sempre interrogativi e pieni di senso.

Apertura sabato 2 in Piazza con Saint Amour di Benoit Delépine e Gustave Kervern, presentato fuori concorso alla Berlinale 2016, che segna una scolta nella produzione artistica del duo registico che mette al centro dell’opera l’esplorazione dei sentimenti umani attraverso un rapporto tra padre e figlio. Chiusura con un’altra commedia, About Love della regista russa Anna Melikyan, premiata nel 2008 al Sundance Film Festival.
Niente più proiezioni al mattino, riservato in quest’edizione esclusivamente agli incontri con gli autori, le tavole rotonde e i dibattiti (Centro Arti Visive Pescheria); pomeriggio e sera, invece, le consuete proiezioni (sala Grande e sala Pasolini del Teatro Sperimentale e Cinema in Piazza); a mezzanotte la novità della sonorizzazione dei capolavori del cinema (Palazzo Gradari).

Con lo sguardo sempre più rivolto agli studenti che, da tutta Italia e sempre più numerosi, affollano i luoghi del festival, la Mostra si conferma luogo privilegiato di formazione dei futuri spettatori, che comporranno la giuria, presieduta da Roberto Andò, che sceglierà il film vincitore del Premio Lino Miccichè del Concorso.
Ai giovani stessi sono dedicate le due selezioni che più guardano al futuro del cinema, il Concorso (con i film che meglio incarnano l’idea di nuovo cinema, lontano anche dai classici stilemi tipicamente ‘da festival’) e la nuova Satellite - Visioni per il cinema futuro (che punta alla produzione extraindustriale a low-budget) insieme a due omaggi retrospettivi, all’ormai mitico “Rocky” di John G. Avildsen, in occasione del quarantesimo anniversario dell’uscita americana (il film che lanciò Sylvester Stallone verrà proiettato nell’arena in piazza venerdì 1 luglio come evento di pre-apertura durante la Notte Rosa della Riviera Adriatica) e il capolavoro C’eravamo tanto amati di Ettore Scola, regista scomparso lo scorso gennaio a cui la Mostra aveva dedicato l’Evento Speciale nel 2002.

I film del concorso principale, tra opere prime e seconde, selezionati da Armocida con Paola Cassano, Cecilia Ermini, Anthony Ettorre e Michela Greco: “Les Ogres” di Léa Fehner (Francia), ritratto corale di una grande compagnia di teatranti; “Akounak Tedalat Taha Tazoughai - Rain the Color Blue with a Little Red in It” di Christopher Kirkley (Nigeria), spaccato dallo sguardo etnologico; “Kaili Blues” di Bi Gan (Cina), viaggio nella profonda provincia cinese (Miglior Regia al Festival di Locarno - Cineasti del presente; “David” di Jan Tesitel (Repubblica Ceca), il percorso interiore di un giovane affetto da disturbi psichici; “The Ocean of Helena Lee” di Jim Akin (Usa), viaggio on the road e anch’esso interiore di un’adolescente; politica e sociale sullo sfondo degli ultimi film: “Where I Grow Old” di Marilia Rocha (Brasile), due ritratti femminili dal punto di vista di due portoghesi nel Brasile di oggi; e in “In the Last Days of the City” di Tamer El Said (Egitto), il disperato tentativo di ‘normalità’ in un paese sconvolto dalla ‘Primavera araba’.

E, infine, “Per un figlio” di Suranga Deshapriya Katugampala, immigrato di prima generazione dello Sri Lanka, cittadino italiano, che rappresenta l’Italia in concorso. Le difficoltà e i conflitti culturali di una piccola comunità relegata ai margini della società che lotta per la sopravvivenza.
Non mancano certo le retrospettive, in primo luogo ‘Romanzo popolare’ – a cui è dedicato il consueto volume omonimo. ‘Narrazione, pubblico e storie del cinema italiano negli anni Duemila’ a cura di Pedro Armocida e Laura Buffoni ed edito da Marsilio e la tavola rotonda – che, attraverso coppie o tris di film, tra passato e presente, affrontano tematiche che spaziano dal lavoro alla politica, con linguaggi e cifre stilistiche distinti.

In programma si confrontano tra passato e presente: il mondo del lavoro in “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì (2008) e “I compagni” di Mario Monicelli (1963); il cosiddetto ‘film politico’ da “Todo modo” di Elio Petri (1976) a “Viva la libertà” di Roberto Andò (2013); la commedia giovanilistico-studentesca con “Terza liceo” di Luciano Emmer (1954) e “Come te nessuno mai” di Gabriele Muccino (1999); l’evoluzione del noir con il poliziottesco “Milano calibro 9” di Fernando Di Leo (1972) e gli odierni ‘senza un solo poliziotto’ di “Suburra” di Stefano Sollima (2015) e “Il passato è una terra straniera” di Daniele Vicari (2008); il romanzo storico da “Senso” di Luchino Visconti (1954) a “Noi credevamo” di Mario Martone (2010) e “Il resto di niente” di Antonietta de Lillo (2004).

Le altre significative retrospettive sono dedicate al regista algerino Tariq Teguia, la cui arte ha come punto di riferimento quella di Jean-Luc Godard, e quella dedicata al ‘Critofilm’ – termine che definisce quei film sul cinema -, ormai divenuto un vero e proprio genere cinematografico, ufficializzato con la vittoria di “Novo film” di Eryk Rocha (figlio di Glauber) come Miglior documentario all’ultima edizione del Festival di Cannes – a cura di Adriano Aprà che ha dedicato per l’occasione al Critofilm anche il primo ebook multimediale, “omologo all’oggetto di cui tratta”, della Mostra.
Un ruolo importante quello dell’animazione italiana, sia per la sezione ‘Corti in Mostra - Animatori italiani oggi’ a cura di Pierpaolo Loffreda, che comprende una selezione tra i migliori cortometraggi di animazione italiana, sia per il manifesto e la sigla realizzati da Virgilio Villoresi, tra gli autori più noti del genere. Immancabile, poi, la sezione, ormai fissa, ‘Sguardi femminili’ a cura di Giulia Marcucci, dedicata alle nuove tendenze del cinema russo contemporaneo delle donne.

Completano il programma del festival: l’evento dedicato a ‘Le ragazze del porno’, all’interno del quale verrà proiettato l’ultimo cortometraggio di Monica Stambrini, “Queen Kong”, ed accompagnato dalla tavola rotonda “Porno al femminile” con la rivista “8 e ½” di Gianni Canova (che nell’ultimo numero ha pubblicato uno studio-inchiesta sull’argomento); “Super 8”, la sezione a cura di Karianne Fiorini e Gianmarco Torri dedicata a due autori come Giuseppe Baresi e John Porter che lavorano con questo formato; il Concorso ‘(Ri)montaggi. Il cinema attraverso le immagini’ a cura di Chiara Grizzaffi e Andrea Minuz, una selezione di cinque video essay/recut/mash-up/remix con una giuria composta da Rinaldo Censi, Tommaso Isabella e Daniela Persico che sceglieranno il vincitore; le ‘Lezioni di storia - Videoteppismi: storie e forme del video di lotta’ a cura di Federico Rossin, incontri e lezioni di storia attraverso la proiezione di alcuni film suddivisi in tre programmi.

Non solo, tutte le sere, a partire dalla mezzanotte, sarà possibile partecipare al Dopofestival - Il muro del suono a cura di Anthony Ettorre (con la collaborazione dello stesso Armocida, Rinaldo Censi e Giulia Ghigi), in un alternarsi di musica e immagini fuori dagli sche(r)mi, in cui ci sarà anche Violante Placido, col suo alter ego musicale ‘Viola’.


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