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mercoledì 17 luglio 2013
di Redazione
A Bussana V. si gira "L’uomo col mazzo di fiori"
Dal 18 al 21 luglio, nel borgo di Bussana Vecchia, iniziano le riprese del film di Giacomo Ferrante

Titolo provvisorio dell’opera, realizzata nell’ambito del progetto collettivo artistico e multidisciplinare La Metafora di Bussana - L’Europa che vogliamo, è L’uomo col mazzo di fiori in mano. Il progetto da oltre un anno vede coinvolti artisti di cinema, musica, pittura, letteratura, fotografia, teatro, e danza. Tra i tanti artisti che finora hanno aderito all’iniziativa, anche Anna Pavignano (Romanziera e Sceneggiatrice), Davide Ferrario (Regista,Scrittore,etc.), Luca Pastore (Regista), Beppe Rosso (Attore e Regista teatrale), Paola Chiama (Coreografa e danzatrice), Romana Petri (Scrittrice/Romanziera), Maurizio Blini (Scrittore/Romanziere), Alberto Signetto (Regista), Wilma Labate(Regista), Francesco Patierno (Regista), Gianluca e Massimiliano De Serio (Registi), Natalino Balasso (Attore comico).

Le riprese del film verranno effettuate nel borgo di Bussana Vecchia (IM) e costituiranno la parte iniziale ma fondamentale del monte ore di riprese da effettuarsi anche a Torino. Alle riprese del film, partecipano inoltre, Alessandra Miccinesi (aiuto regia), Aldo Mazzarino (colonna sonora), Simone Tringali, Ruggero Alfano, e Luka Ferrante (Operatori di macchina e aiuto regia, luci, audio). Protagonisti della pellicola sono invece Antonella Baronciani, Loredana Manfrè, Paola Chiama, Agata Giovara, Gianna Canova, Marina Colombera, Maria Giovanna Bertani, Giovanni Spada, Paola Crova. Producono Irene Capirone, Enrico Petrella, Giuliana Moda, Davide Ferrario, Antonio Invito, e Giacomo Ferrante.

Il progetto è patrocinato dall’AMNC (Associazione Museo Nazionale del Cinema - Piemonte Movie Film Glocal Festival - Hub Multiculturale Cecchi Point, Radio Flash Torino). La metafora di Bussana - L’Europa che vogliamo nasce all’inizio della primavera del 2012. E’ una Chiamata alle arti che viene fatta ad artisti e intellettuali di ogni latitudine che hanno voglia di creare opere sul tema. A poco più di un anno da questa chiamata ad oggi hanno aderito circa centocinquanta artisti e tecnici, pronti a dare il loro contributo.

Succede a Bussana Vecchia, paese ligure in provincia di Sanremo che il 23 febbraio del 1887 fu duramente colpito dal terremoto e rimase disabitato fino alla fine degli anni Cinquanta, quando il torinese Mario Giani ceramista noto come Clizia, lanciò l’idea di fondare una comunità internazionale di artisti che si sarebbero installati nel borgo e autoregolamentati grazie a un piccolo statuto comunitario. Quel fermento artistico, che trasformò il villaggio fantasma in un paese attraversato da una corrente vitale fortissima, oggi si sprigiona ancora intorno ai ruderi delle chiese senza volta e tra i rampicanti delle case, restaurate e restituite alla quotidianità grazie agli sforzi di pittori, musicisti, scultori, attori, e artigiani che hanno eletto domicilio nel borgo colpito dal sisma.

Quella vena artistica che pompa linfa a Bussana Vecchia, facendosi ponte tra visione e materia, attualmente si sta diffondendo grazie all’impulso vivificatore dei sognatori dell’arte. Tramite la forza dei mezzi espressivi, la comunità ha puntato di nuovo i riflettori sul borgo per richiamare l’attenzione dei governanti su una realtà dimenticata in un angolo, e, contemporaneamente destare le coscienze civili con progetti come questo della Metafora di Bussana – L’Europa che vogliamo! che Ferrante sta portando avanti, mettendo insieme tante anime diverse pronte a dare voce a una richiesta, tanto urgente quanto necessaria, di futuro e dignità verso un paese metafora di una nazione allo sbando.

Dopo essere rimasto per oltre 60 anni un "paese-fantasma", Bussana Vecchia è diventato il paese degli artisti, che hanno dato vita a una comunità di sognatori e creatori di vita – dice Giacomo Ferrante -.  L’idea del film o dei film da fare ricalca in qualche modo quella intuizione, quella vena creativa di allora. Solo che stavolta Bussana vecchia dovrà essere la nostra metafora dell’Europa in crisi, la crisi economica attuale come il terremoto del 1887, noi come quegli artisti che andarono là ispirati dalla voglia di ricostruire daccapo un qualcosa che "sembrava morto, ma era solo svenuto"! Solo due punti fissi, per il resto, totale "libertà creativa" da parte di chi vorrà contribuire ed esser protagonista del progetto” spiega il regista. Le adesioni sono ancora aperte e il progetto è work in progress. Perciò... Adelante!

 
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Foto dall’Ufficio Stampa

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