Una figlia che cresce contro un padre che invecchia, generazione X contro generazione Z, una commedia familiare che diventa una resa dei conti tecnologica. Dopo aver esplorato in chiave comica la condizione femminile nei suoi due film precedenti (Nove luna e mezza e Brave ragazze) Michela Andreozzi si tuffa a capofitto nel tragicomico dramma paterno di un uomo alle prese con la crescita della figlia adolescente.
Professore di filosofia vedovo (Fabio Volo) si trova catapultato all’improvviso in una guerra mediatica combattuta a colpi di social, hashtag, filtri e tag. Dovrà riportare sul pianeta terra la figlia 14enne (Ginevra Francesconi), rapita dagli smartphone e dalle storie di una influencer (Giulia De Lellis) che forse trascinerà nel peccato- virtuale e non- anche lui…
Tra pregiudizi e dipendenze, congiuntivi sbagliati e sogni infranti (la figlia desidera le cuffiette originali più di ogni altra cosa al mondo…), cultura e intrattenimento (Socrate? E’ stato il primo influencer della storia…) il nuovo film di Michela Andreozzi (il soggetto è di Fabio Bonifacci) esplora le difficoltà del mestiere di genitore ai giorni nostri senza retorica e falsi moralismi.
Con una bella vivacità dell’insieme (nel condominio allargato di padre e figlia vivono Nino Frassica, Paola Tiziana Cruciani, Paola Minaccioni e Massimiliano Vado), divertenti cammei (Verba volant social manent dice il preside Massimiliano Bruno che rifiuta il cineforum), ottime soluzioni visive e una tessitura narrativa che non parteggia mai per nessuno mettendo in scena le ragioni delle due fazioni.
Genitori vs. Influencer (lode alla colonna sonora che miscela a doveri epoche e ritmi con la chicca finale- sui titoli di coda- de Gli anni davanti l’inedito di Pacifico) tenta di avvicinare- oltre le convenienze e le convivenze- partiti solo apparentemente agli antipodi ai quali gli strumenti tecnologici offrono opportunità e miserie morali.
Perché la stupidità non è mai innocente e in fondo- come ricorda Fabio Volo in una scena- siamo noi a dare agli altri il potere di farci male. Certo, qualche spruzzata di cattiveria in più avrebbe giovato all’insieme anche se le problematiche connesse alla società liquida non mancano (c’è anche un accenno al revenge porn) e tra citazioni rovesciate (John Lennon diceva che nessun uomo è un isola, oggi direbbe che ogni uomo è un brand) e un Fabio Volo sulla scia del Moretti di Palombella rossa (Ma come parli? urla alla figlia come faceva Nanni con la giornalista che parlava per slogan) il film della Andreozzi parla a generazioni diverse con mestiere ed affetto all’insegna dell’esistere vuol dire trasformarsi. Nel ruolo di se stessi recitano Barbara D’Urso, Alessia Marcuzzi e Nicola Savino.
Dal 4 aprile in prima assoluta su Sky Cinema e in streaming su Now (disponibile anche on demand)