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venerdì 22 febbraio 2013
di Cristina Giovannini
Gangster Squad
Ricorda Gli intoccabili di De Palma il ganster movie di Ruben Fleischer con Sean Penn e Josh Brolin

Nel 1949 la guerra, che in Europa era ormai terminata, assumeva una connotazione più localizzata ma non per questo meno violenta nella Los Angeles dominata da un boss sanguinario di nome Mickey Cohen. I fiumi di denaro che faceva grazie alla prostituzione, la droga, la vendita di armi e le scommesse clandestine venivano in parte usati per corrompere poliziotti, politici e giudici. La città era oramai di sua proprietà.
Per riportare l’ordine e liberare la città dal criminale venne istituita in gran segreto una task force di poliziotti, la gangster squad del titolo, più che mai decisi a farla finita e pronti a infrangere la legge, se necessario (e inevitabile) per estirpare il cancro che affliggeva la città.

Basato su fatti reali e tratto dal libro omonimo dello scrittore e giornalista del Los Angeles Time Paul Lieberman, Gangster Squad è un bel film d’azione tutto di ambientazione vintage, con un grande cast e ben diretto da Ruben Fleischer regista semisconosciuto che ha al suo attivo un paio di film di ben altro genere come Zombieland e la commedia dark 30 Minutes or Less.
Alla fine degli anni ’40 Los Angeles era una città grande e disordinata che contava già quattro milioni di abitanti, pronta per diventare l’obiettivo della mafia della costa orientale.

La piccola squadra è capitanata dal sergente John O’Mara (Josh Brolin) un eroe di guerra che non può certo stare a guardare che la sua città cada preda di un criminale; a lui si uniscono il sergente Jerry Wooters (Ryan Gosling), Coleman Harris (Anthony Mackie) poliziotto  di colore esperto nell’uso del coltello a serramanico, lo specialista di elettronica Conway Keeler (Giovanni Ribisi), Max Kennard (Robert Patrick) un uomo di legge del vecchio West mentore di un giovane poliziotto latino Navidad Ramirez (Michael Pena).
A questo piccolo drappello di uomini vengono dunque affidate le sorti della città dal capo della polizia William Parker (Nick Nolte).

L’ordine è di tagliare i canali dai quali Cohen (Sean Penn) trae la sua ricchezza muovendosi in anonimato e usando qualsiasi mezzo lecito e non per neutralizzare lo spietato criminale. Sulla scena anche una donna, Grace Faraday (Emma Stone) la donna del boss di cui si innamora, ricambiato, Jerry Wooters.
Tutto si svolge come da copione trattandosi di un gangster movie classico, sia pure di taglio moderno, con sparatorie e inseguimenti che movimentano non poco questa storia che parla di giustizia e di uomini di onore che mettono a repentaglio le loro vite non certo per ottenere riconoscimenti o medaglie ma per salvare la loro città.

Si deve alla loro vittoria se il crimine organizzato non sia mai più riuscito a conquistare la città degli angeli.
Molto curato quanto a scenografie, costumi (di Mary Zophres candidata all’Oscar per Il Grinta), fotografia (di Dion Beebe premio Oscar per Memorie di una Geisha) ed effetti visivi Gangster Squad ha nell’eccessiva violenza il suo punto debole. Il film è troppo brutale e durissimo con scazzottate sanguinarie ed esecuzioni sommarie e cruente che il regista non ci lesina (ahinoi) per soddisfare la sua esigenza di realismo.
Buona la chimica tra i diversi personaggi e i loro ritratti umani; le battute sarcastiche, i dialoghi e i siparietti ma anche alcune scene cruciali di sparatorie riportano alla memoria Gli Intoccabili di De Palma da cui il film attinge a grandi mani.

Josh Brolin (Non è un paese per vecchi, Il Grinta, Milk) è perfettamente a suo agio nei panni del poliziotto leale e tutto d’un pezzo, lo stesso dicasi per il fascinoso Ryan Gosling (Crazy, stupid, Love, Drive, le Idi di marzo) e per Emma Stone (The Help, The amazing Spiderman) nel ruolo della femme fatale. Non convince, invece, il premio Oscar Sean Penn (Mystic River): il suo personaggio di Mickey Cohen è il meno convincente, caricaturale, forzato e giggioneggiante. Nelle sale dal 21 febbraio distribuito da Warner Bros Pictures Italia

NOTE:
Per distinguere i poliziotti dai criminali la costumista Mary Zophres ha utilizzao abiti di lana pettinata molto in voga all’epoca sui toni caldi del marrone per la squadra, mentre il boss indossa abiti blu e grigi dai toni freddi e molto lucidi.

 


 


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