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giovedì 12 luglio 2012
di Silvia Di Paola
HARRISON FORD, SPLENDIDO 70ENNE
Il mitico Indiana Jones domani festeggia un compleanno d’argento, che non appanna il suo sex appeal
Non sarà Mick Jagger ma ha fatto girare la testa a molte anche lui e a pieno titolo rientra nella classifica delle 100 star più sexy nella storia cinematografica, stilata dalla rivista Empire. Harrison Ford, vero mito, compie 70 anni e la sua insostenibile leggerezza dell’essere non gli pesa affatto. Harrison vola ancora. Se Jagger si è dato a jogging e centrifugati di verdura, lui si rilassa con moglie giovane (Calista Flockhart dopo essere uscito dal rovinoso secondo matrimonio con Melissa Mathison la cui fine

Non sarà Mick Jagger ma ha fatto girare la testa a molte anche lui e a pieno titolo rientra nella classifica delle 100 star più sexy nella storia cinematografica, stilata dalla rivista Empire.
Harrison Ford, vero mito, compie 70 anni e la sua insostenibile leggerezza dell’essere non gli pesa affatto. Harrison vola ancora. Se Jagger si è dato a jogging e centrifugati di verdura, lui si rilassa con moglie giovane (Calista Flockhart dopo essere uscito dal rovinoso secondo matrimonio con Melissa Mathison la cui fine, avvenuta nel 2004, passerà alla storia come il più costoso divorzio hollywoodiano) e giocando ancora da Indiana Jones.

E, intanto, si lascia alle spalle la sua carriera da studente non brillante che si conclude con un’espulsione dal Ripon College, nel Wisconsin, dove frequentava corsi di arte drammatica, pochi giorni prima di ricevere il diploma, i suoi primi non meno burrascosi amori, in testa Mary Marquadardt, ragazza che frequentava al college, sposata nel 1964 che sarà sua moglie fino al ’79 e madre dei suoi primi due figli. E persino gli inizi non eccitanti in California quando ottiene prima un contratto con la Columbia Pictures e poi con la Universal per piccoli ruoli in tv e personaggi minori in alcuni film, tra i quali Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni (1970) e, nello stesso anno L’impossibilità di essere normale di Richard Rush.
Fu a quel punto che deluso e insoddisfatto decise di lasciare il cinema, e per sbarcare il lunario imparò nientemeno che a fare il carpentiere divenendo in breve tempo un professionista nel campo.

Incredibilmente fu proprio la sua fama da carpentiere a fare la differenza: rinomato per la sua professionalità, Harrison comincia a lavorare per le star di Hollywood e mentre si trova in casa di George Lucas, il regista gli chiede di prestarsi per recitare alcuni passaggi del copione di Guerre Stellari.
Da allora è storia nota.
Solo ruoli da protagonista in film di primissimo piano. Dall’ eroe perfetto in tutti gli episodi di Star Wars all’intrepido Indiana Jones in cui, diretto da Spielberg, interpreta, nei tre episodi, lo spericolato archeologo, cacciato dalle università, sempre impegnato in rocambolesche avventure, sino all’indimenticato indimenticabile Blade Runner.

Da allora Ford esce dal genere fantasy e smette i panni dell’eroe da fumetto con Witness - Il Testimone (1985), diretto da Peter Weir, la cui carismatica interpretazione gli fa guadagnare la nomination all’Oscar, al Bafta e al Golden Globe. E anche se non ha mai vinto un Oscar, si è per ora limitato a ritirarlo nel 2003 per Roman Polanski. E il nuovo millennio è ancora tutto per lui. Da Le Verità Nascoste, con Michelle Pfeiffer K-19 (2002) a Hollywood Homicide (2003), a Firewall - Accesso negato, per far solo dei titoli.

Finchè Steven Spielberg lo richiama (impossibile fare senza) per vestire i panni dell’archeologo in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008), e nel 2009 è protagonista in Crossing Over, di Wayne Kramer. Sino a Il buongiorno del mattino, al drammatico Misure straordinarie (2010) e, nel 2011, al fianco di Daniel Craig e Olivia Wilde, all’action-fantasy Cowboys & Aliens, diretto da Jon Favreau. E domani è un altro giorno per il neosettantenne Harrison, fascino ancora da vendere e una certezza: “Non ne posso più di sentirmi dire che sono burbero o antipatico, da oggi dite soltanto che ho delle idee mie che altri non condividono”.

 
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