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mercoledì 10 dicembre 2008
di Alessandra Miccinesi
Fiore di cactus per Eleonora Giorgi
L’attrice e regista cinematografica fa il suo esordio in teatro accanto a Remo Girone
Un cult di Brodway per un debutto in grande stile. Eleonora Giorgi e Remo Girone sono la nuova (strana) coppia del palcoscenico italiano. Un coacervo di personalità forti, professionismo e tanta voglia di rimettersi in gioco al di là dei curricula, al servizio di un cult del teatro mondiale, Fiori di cactus, esilarante commedia di Pierre Barillet & Jean-Pierre Gredy che debutta ufficialmente stasera al Teatro Olimpico, dopo i positivi debutti nelle provincie abruzzesi e siciliane. In scena a Roma fino al 21 dicembre, la piéce

Un cult di Brodway per un debutto in grande stile. Eleonora Giorgi e Remo Girone sono la nuova (strana) coppia del palcoscenico italiano. Un coacervo di personalità forti, professionismo e tanta voglia di rimettersi in gioco al di là dei curricula, al servizio di un cult del teatro mondiale, Fiori di cactus, esilarante commedia di Pierre Barillet & Jean-Pierre Gredy che debutta ufficialmente stasera al Teatro Olimpico, dopo i positivi debutti sulle piazze abruzzesi e siciliane. In scena a Roma fino al 21 dicembre, la piéce tradotta da Gerardo Guerrieri, diretta da Guglielmo Ferro e ambientata a Parigi anziché a New York, punta su un cast pregevole, coerente con la leggerezza del copione. E annovera oltre alla Giorgi e a Girone, Fabrizio Barbone, Donatella Pompadour, Andrea Garinei, Guglielmo Guidi, Federica Montanelli, Giorgia Trasselli.

Fiaba genere boulevardier, punteggiata da musiche orchestrate da Mario Nascimbene e lussuose scenografie firmate Alessandro Chiti, Fiori di cactus spazia da Cenerentola a Pretty Woman grazie agli intrecci comici e ai dialoghi frizzanti, con repentini capovolgimenti di fronte e classico finale a sorpresa. Tratto dall’omonima commedia che replicò tre anni a Brodway, dove venne interpretata dalla grande Lauren Bacall, e che migrò dalle scene di New York a quelle parigine tenendo banco sulle scene mondiali prima di arrivare al cinema col celebre film di Gene Sacks interpretato da Walter Matthau, Ingrid Bregman e Goldie Hawn (che per questo ruolo vinse un premio Oscar), Fiore di cactus racconta la società dei magnifici anni Sessanta con un testo soave che ha come riferimento le commedie di Frank Capra e per protagonista una generazione cresciuta a pane e sogni proiettata nel futuro. Insomma, la classica commedia dell’amore e della quotidianità, il cui punto di forza è la scrittura perché il pubblico sa esattamente cosa accade in scena e si ritrova complice di chi muove l’azione sul palco.

In tempi di crisi come questi, non c’è niente di meglio che trascorrere due ore di serenità e allegria a teatro – mormora la Giorgi, consapevole della difficoltà della piazza romana, storicamente non facile - Roma è una città difficile anche per il cinema, ma io sono nata a trecento metri da qui e il Teatro Olimpico non mi fa paura perché posso contare, oltre che su un grande cast, su un partner ottimo che col suo sense of humour orizzontale mi aiuta ad attivare la comicità candida” dice la Giorgi riferendosi a Remo Girone. Il quale, prontamente, replica: “Eleonora è un grande attrice italiana, sia nei ruoli comici che drammatici. Il titolo dello spettacolo si riferisce proprio al suo personaggio: una donna apparentemente spinosa che alla fine rifiorisce”.

Adoro il cactus perché è una pianta che svela subito ciò che è: sai che può pungerti con le sue spine” mormora la bionda attrice e regista cinematografica, al suo debutto in proscenio nel ruolo che fu della Bergman, Stefania Vigneau, ‘algida’ assistente del dentista Giuliano Foch (Remo Girone) di cui è segretamente innamorata. “Come spettatrice venero la Bergman, perciò mi sono accostata a lei con umiltà: la sua Stefania era fatta in modo verista mentre io le ho dato sfumature surrealiste. Ma come la Vigneau anch’io, sotto sotto, sono un po’ rompiballe e come lei vado ancora in vacanza con il cane e la mamma anziana” ride la Giorgi, innamorata pazza del rapporto fisico con la platea. “E’ sconvolgente. Ho passato la vita a ‘sottrarre’ nella gestualità del corpo e della voce, perché questo è ciò che serve nel cinema. In teatro è diverso ed è entusiasmante misurarsi con uno spazio che non conoscevo, sapere di poter condurre il pubblico dove vuoi con un semplice cambio di voce. Certo, il teatro è fisicamente impegnativo, è come un salto senza rete perché se sbagli non puoi tornare indietro e fare un altro ciak. Io poi sono una ansiosa, mangio tanto e arrivo in teatro prima di tutti: alle 19.15 sono già pronta”.

Eleonora Giorgi in scena dovrà rivaleggiare con la giovane amante di Foch, Antonia Marechal, interpretata da un’altra esordiente in teatro, Donatella Pompadour. “Io? Sono esattamente l’opposto di Goldie Hawn, bionda, capelli corti e grandi occhi azzurri – dice la Pompadour, volto noto della soap Vivere dalla quale è uscita perché incinta– ma avevo un sogno nel cassetto: fare teatro. Perciò quando il produttore mi ha offerto il ruolo non ho avuto esitazioni: ho fatto mio questo personaggio scomodo, l’amante svampita ma di sani principi che alla fine è sostenuta dall’affetto del pubblico. Ci sono riuscita cercando di ’rubare’ i segreti del mestiere dai miei colleghi, specie da Remo che con me ha dovuto faticare parecchio: sono una croce!". Approccio diverso al copione anche per Girone, il quale serafico ammette: “Ho visto e rivisto il film con Walter Matthaw, studiandolo per bene, ma per il mio dentista playboy Foch ho puntato di più sulla cialtroneria… con notevole dispendio energetico. La nostra commedia, peraltro, ricalca la commedia che sta alla base del film perciò anche i personaggi sono leggermente diversi”. Dopo Roma la tournée proseguirà fino al 15 marzo nei teatri di Bologna, TorinoNapoli, Reggio Calabria e Locarno. La stagione 2009-10 ripartirà invece da Milano. Firma i costumi Maurizio Millenotti. Produce Nautilus Pictures.

Teatro Olimpico
Piazza Gentile da Fabriano 17
Info 06/3265991   


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http://www.teatroolimpico.it
 
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