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martedì 9 gennaio 2007
di Alessandra Miccinesi
Zero – Investigation on 9/11
Omissioni, menzogne, manipolazioni: Franco Fracassi e Giulietto Chiesa presentano il loro docufilm
Prove che Al Qaeda e la Cia erano in contatto prima e durante gli attentati. Testimonianze che punterebbero il dito contro i vertici dell’Fbi. Visti multipli per gli Usa rilasciati con leggerezza dal Consolato di Jedda. Incaricati delle perizie ed eminenti scienziati licenziati in tronco per aver sostenuto la verità fisica sul crollo delle Torri. Gole profonde ridotte al silenzio. E ancora, informatori inascoltati; gente che continua ad ammalarsi - e a morire - per aver respirato aria contaminata da polveri e diossina...

Prove che Al Qaeda e la Cia erano in contatto prima e durante gli attentati. Testimonianze che punterebbero il dito contro i vertici dell’Fbi. Visti multipli per gli Usa rilasciati con leggerezza dal Consolato di Jedda. Incaricati delle perizie ed eminenti scienziati licenziati in tronco per aver sostenuto la verità fisica sul crollo delle Torri. Gole profonde ridotte al silenzio. E ancora, informatori inascoltati; gente che continua ad ammalarsi - e a morire - per aver respirato aria contaminata da polveri e diossina.
Abbiamo deciso che le spiegazioni ufficiali non ci bastano più”. A dirlo, in una sequenza da brivido per il tono fermo e calmo di chi non può (e non vuole più) rassegnarsi alla menzogna riguardo al crollo delle Twin Towers, è Lella Costa (Foto 2). L’attrice è stata reclutata insieme con il premio Nobel Dario Fò (Foto 3 con parte del cast tecnico) - al quale spetterà l’onore di fornire la versione ufficiale della tragedia - per il cast del film inchiesta Zero – Investigation on 9/11. Presso l’ex linificio di Lodi, infatti, sono state girate con Lella Costa le prime scene della parte ‘teatrale’ di Zero. La fabbrica abbandonata di Lodi è una location particolare, dove i soffitti squarciati lasciano passare solo a tratti i raggi del sole, creando suggestivi effetti di luce e ombra. Lella Costa ha recitato i suoi monologhi camminando tra intonaci crollati, vetrate rotte, colonne sberciate. Una dimensione di rovina e desolazione che deve fare da giusto contorno alla miseria e all’orrore della tragica fine delle 3.000 persone a cui è dedicato questo film, scomparse quel tragico 9-11-2001.

L’11 settembre riparte, dunque, da Zero. Tra mille difficoltà, prima fra tutte la questione economica (il progetto filmico è decollato solo grazie ad una formula di azionariato popolare, oltre che di autotassazione tra i sessanta lavoratori impegnati nell’operazione), sta per vedere la luce il docufilm di Franco Fracassi (Foto 5 a sinistra) e Giulietto Chiesa (Foto 5 al centro, insieme al co-sceneggiatore Paolo Jormi Bianchi) attualmente in fase di montaggio. Realizzato per rompere quel muro di silenzio e omertà che, secondo i due autori (e non solo loro), da cinque anni avvolge come una nebulosa il sanguinoso attentato alle Torri Gemelle. Zero non ha ancora una distribuzione ufficiale, ma già guarda in alto, puntando alle vetrine dei festival che hanno aperto la strada a registi ‘scomodi’ (uno per tutti: Michael Moore) e ad un pubblico internazionale.
Ideato con Thomas Torelli e diretto da Dario Baldi, il coraggioso film-inchiesta punta - grazie alla risonanza di interviste realizzate con testimoni oculari, sopravvissuti, responsabili delle indagini, esperti, tecnici e scienziati di tutto il mondo - a spezzare il circolo vizioso alimentato da anni di torpore mediatico, notizie adulterate, e bolli della commissione d’inchiesta ufficiale. Cinque anni dopo la tragedia che ha portato nel mirino del terrorismo islamico obiettivi strategici statunitensi - il World Trade Center, il Pentagono, e il Campidoglio (su cui doveva schiantarsi il volo United 93, poi precipitato in Pennsylvania) - attentati in cui persero la vita migliaia di cittadini, i lati oscuri che caratterizzano la vicenda sono ancora molti. Troppi.

Proprio per tentare di dare risposte soddisfacenti a un attentato che ha modificato il corso della storia, complicando le relazioni internazionali e provocando nuovi focolai di guerra, Giulietto Chiesa e Franco Fracassi (noti giornalisti che non hanno bisogno di pubblicità personale) - sostenuti dall’Associazione familiari delle vittime dell’11 settembre e da normali cittadini connessi al sito (www.zeroinvestigation911.com) - hanno deciso di agire. Come? Dando voce ai testimoni oculari che hanno raccontato la verità a chi di dovere, ricevendo in cambio silenzi, minacce, e lettere di licenziamento. E’ il caso del sopravvissuto William Rodriguez (Foto 4), portiere delle Torri Gemelle che al momento dell’impatto si trovava nei sotterranei al livello B1: alla polizia l’uomo ha dichiarato di aver udito una prima esplosione provenire dai sotterranei prima dello schianto dell’aereo. Peccato che la puntuale testimonianza del signor Rodriguez, che l’11 settembre fece la spola per trenta piani salvando centinaia di persone (meritandosi per questo una medaglia al valore), non si sa perché è stata omessa dalla commissione d’inchiesta
Oltre sessanta persone coinvolte nella realizzazione di questo documentario; più di cento le ore di interviste raccolte che verranno selezionate e montate nel docufilm che uscirà in primavera insieme ad un libro (“dedicato al sistema dell’informazione: il silenzio della stampa mondiale su questi fatti è vergognoso” confessa Giulietto Chiesa) e a un Dvd con quattro ore di extra. Nonostante la bontà e la necessità dell’iniziativa, però, quello messo in atto dal parlamentare europeo e dal regista Fracassi si preannuncia come una sfida tra Davide e Golia: “L’11 settembre è una specie di palude minata - confessa Chiesa - le 500 pagine della versione ufficiale fornita dalla commissione d’inchiesta sono zeppe di falsità, distorsioni, manipolazioni. Tutto il sistema dell’informazione ha taciuto la verità: il titolo del nostro film non poteva essere più azzeccato, noi vogliamo ricominciare le indagini partendo da zero”.

Il film è diviso idealmente in sette capitoli: come si sono sbriciolate le Torri e l’edificio 7 del World Trade Center; cos’è successo quel giorno fuori e dentro il Pentagono; le telefonate registrate dal volo United 93; perché la difesa aerea americana non ha funzionato; chi erano i dirottatori al soldo di Bin Laden; il legame tra Al Qaeda e gli Usa; informative dei servizi segreti bloccate dai vertici Fbi e chiusura indagini dopo solo 48 ore dalla tragedia. Tutto ciò documentato con rigore e perizia, avvalendosi di immagini di repertorio inedite e/o documenti ufficiali, ricostruzioni di computer grafica, cartoon, animazione in 2d e 3d, più la componente teatrale che fa da voce narrante.
Non volevamo attaccare frontalmente la tesi di Bush e schierarci contro chi sospetta di tutti, ma abbiamo ritenuto giusto fare il film prima di tutto per rendere omaggio ai morti dell’11 settembre: vittime, non eroi” chiarisce il regista Dario Baldi che alla Sala Trevi di Roma ha presentato ai giornalisti alcune clip del suo film inchiesta a metà tra reportage giornalistico e indagine poliziesca).
Perché il cinema e non internet? Perché è la rete, oggi, a rappresentare la nicchia. Noi puntiamo dritti al cinema perché vogliamo che la gente sappia. Nel silenzio cresce la possibilità di manipolare invece noi vogliamo riempire la testa della gente di centinaia di interrogativi”.
Bisogna riaprire la commissione d’inchiesta - tuona ancora Chiesa - non dimentichiamoci che da quella menzogna è iniziata la guerra e bisogna fermarla. Questa è la mia motivazione politica, e non credo che Zero sarà un film inutile. Certo, loro hanno vinto l’operazione ‘undici settembre’, ma la gente deve percepire il pericolo della situazione: questo film sarà un granello di sabbia che speriamo blocchi o perlomeno rallenti un meccanismo perverso”.

Il film, che sarà pronto in primavera, non ha ancora una distribuzione.

Note1:
*
Ad onor del vero, però, la rete si sta occupando della questione già da molto tempo e, in Italia, c’è stata sull’argomento una bellissima inchiesta di Milena Gabanelli per Report del 6/9/2006 che noi avevamo segnalato in coda alla recensione del film World Trade Center di Oliver stone e che potete trovare seguendo questo link:
http://www.cinespettacolo.it/csmain/articolo.asp?aid=4689
Note2:
*
Un film come questo pesta molti piedi e dà molto fastidio... Così, per garantire l’indipendenza del film e per riuscire a portarlo al cinema anche senza il sostegno delle grandi major, la produzione ha deciso di aprire la proprietà del film al pubblico. Chiunque può acquistare un pezzetto del film in lavorazione, contribuendo col proprio denaro a portarlo nelle sale, e allo stesso tempo assicurandosi una fetta dei guadagni che il film realizzerà.
Cliccate il link della produzione del film qui sotto e guardate come fare per diventare anche voi COPRODUTTORI.


Links correlati
http://www.zeroinvestigation911.com
 
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