E’ compassato e solitario, ha origini persiane, non ama la tecnologia (non ha nemmeno la patente…) e i suicidi (Mi fanno sentire inutile) e annota i suoi appunti su foglietti che poi mette in ordine- come in un piccolo rituale e in compagnia di un buon bicchiere di prosecco- davanti al tavolino dell’osteria del suo amico e consigliere Secondo (Diego Ribon).
E’ Giuseppe Stucky, ispettore capo della Polizia in forza alla questura di Treviso e nuovo protagonista della nuova serie in sei puntate in onda su Rai2 dal 30 ottobre in prima serata (e in anteprima su RaiPlay dal 28 ottobre).
In un ruolo che sembra cucito addosso su misura Giuseppe Battiston dà il meglio di se in una recitazione misurata e umanissima che arriva da un ruolo interpretato al cinema nel 2017 in Finchè c’è prosecco c’è speranza, il film diretto da Antonio Padovan e tratto, come la serie, dai romanzi di Fulvio Ervas (editi da Marcos y Marcos) e del quale poi l’attore ha voluto acquisire i diritti.
E’ scattato un colpo di fulmine, mi sono innamorato del personaggio e dopo un anno e mezzo con Marica Stocchi (la produttrice di Rosamont) siamo finalmente riusciti a comprare i diritti dei libri. E’ stato un vero e proprio atto di passione dice l’attore friulano. Inizialmente volevo farne una collana di film per il cinema ma poi, visto l’andamento dei film italiani al botteghino, mi sono convinto a trasportarlo sul piccolo schermo. E anche se abbiamo cambiato qualcosa nella trasposizione, il mondo e le figure dei romanzi sono rimaste le stesse.
Diretta da Valerio Attanasio e scritta con Matteo Visconti e Marco Pettenello, Stucky ribalta luoghi comuni (l’assassino viene subito rivelato subito all’inizio di ogni puntata) per puntare su psicologie e una raffinata indagine ambientale del nord-est italico (Il mio hobby è conoscere gli altri dice Stucky) fatta di piccole rivelazioni e dettagli decisivi che fotografano a meraviglia la condizione umana tra vecchi centri storici, periferie postmoderne e campagne sonnolente.
Stucky non insegue nessuno e non è un uomo d’azione dice ancora Battiston del suo personaggio, lontano dagli stereotipi di tanti poliziotti e detective che invadono gli schermi di casa in questi anni. Lui adora passeggiare di notte e riflettere sull’accaduto. Soppesa sempre le parole, è curioso di tutto e si nutre dei caratteri delle persone
E a chi gli fa notare la somiglianza di Stucky col mitico Tenente Colombo, Battiston risponde così. Divento matto quando credo di interpretare qualcosa già fatto in passato. Spesso ho anche discusso con registi che mi chiedevano di recitare pensando ad altri. Premesso che sono un fan cintura nera di Colombo e ho avuto la fortuna di conoscere di persona Peter Falk, il paragone c’entri poco. Tutt’al più fumiamo entrambi il sigaro ma io ho sempre allontanato l’imitazione dalla mia carriera. In Stucky omaggiamo una forma di struttura investigativa ma non certo il personaggio Colombo.
Alessio Praticò e Laura Cravedi sono i due poliziotti assegnati in squadra a Stucky, che amano ma non capiscono fino in fondo mentre Barbora Bobulova è il medico legale col quale l’Ispettore avrà un rapporto di strana intimità che mischia lavoro e sentimenti.