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domenica 5 gennaio 2025
di Claudio Fontanini
M- Il figlio del secolo
Su Sky e in streaming su Now arriva il 10 gennaio la straordinaria serie su Mussolini diretta da Joe Wright e interpretata da un memorabile Luca Marinelli nei panni del Duce. In otto puntate la Storia del fascismo ripassata con vista futuro
Presentata in anteprima mondiale e fuori concorso all’81ma edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (per molti è stata la cosa più bella vista al Lido), M - Il figlio del secolo, la nuova serie Sky Original tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati e diretta da Joe Wright (L’ora più buia, Espiazione) è un capolavoro assoluto che resterà impresso a lungo negli occhi e nella mente dello spettatore

Un film lungo 8 ore (divise in otto puntate) che ripercorre, tra pubblico e privato, l’ascesa al potere di Benito Mussolini, dalla fondazione dei Fasci italiani di combattimento del 1919 al discorso in Parlamento del 3 gennaio 1925 nel quale il Duce si assunse la responsabilità dell’omicidio Matteotti dando di fatto inizio, col silenzio assenso dei senatori in aula, alla dittatura che durò fino al 1943

Scritta da Davide Bises e Stefano Serino con soggetto di serie e soggetti di puntata firmati con lo stesso Scurati, M – Il figlio del secolo, dal 10 gennaio in esclusiva su Sky e in streaming su Now, deve molto della sua straordinaria riuscita alla resa attoriale di un cast di primo livello (da segnalare il meraviglioso D’Annunzio di Paolo Pierobon) capitanato da un Luca Marinelli in stato di grazia e nel ruolo della vita

Oltre la mimesi, l’attore romano, che abbatte la quarta parete e si rivolge direttamente in macchina parlando allo spettatore, è Mussolini in un transfert istrionico e magnetico che diventa un vero e proprio one man show politico e sociale. Che inizia sulla scia della commedia all’italiana più nera e grottesca (quella del castigat ridendo mores) per poi virare, nelle ultime quattro puntate, nell’allucinato e nel visionario, coi fantasmi della Storia a reclamare giustizia. 

Si comincia col raduno degli uomini forti dalla sapiente brutalità e dalle idee semplici, delusi dalla Storia e speranzosi di capovolgere il proprio insoddisfacente destino. Con quell’ex socialista direttore de L’Avanti e ora fondatore de Il Popolo d’Italia a farsi carico di quella violenza cavalleresca (Veloce, plastica, necessaria, come dovrebbe essere sempre) che sarà il grimaldello per il potere (La guerra siamo noi!). 

Il noi al posto dell’io, gli ultimi che passano dalle rivoltelle alle matite elettorali appuntite come coltelli e quell’animo ferino (Sono come le bestie, sento il tempo che viene…) a scatenare i più bassi istinti e la propaganda di un mondo finalmente giusto. 

Un partito come un esercito al suo fianco, una moglie insoddisfatta e incapace di reagire per amore (mentre i figli piangono Mussolini parla alla magnifica Benedetta Cimatti di martirio domestico e dichiara le pantofole la rovina dell’uomo), un’amante illuminata (la critica d’arte Margherita Sarfatti, interpretata al meglio da Barbara Chichiarelli, che lo chiama il selvaggio nell’intimità.), segretarie incinte e incubi di conigli socialisti, il bisogno di trasformare la paura in odio e una marcia su Roma più improvvisata che studiata (Perché Perugia deve essere la base operativa?) tra essere e apparire (Quel che sembra deve sembrare vero), dialoghi di fronte al crocefisso con Dio (Non ti intromettere…) e una democrazia  a tempo (E’ bellissima e dà un sacco di libertà, anche quella di distruggerla…) a tratteggiare la storia di un trasformista capace di farsi prestigiatore e manipolatore all’occorrenza (Ho tradito tutti, tradisco anche me stesso dirà nel finale). 

Amato come una divinità e odiato follemente vedremo Mussolini a colloquio con D’Annunzio (la sua vera ossessione) e Marinetti, Giolitti e Re Vittorio Emanuele III (Vincenzo Nemolato), Matteotti (Gaetano Bruno) e la sua vedova (emozionante apparizione di Elena Lietti nell’ultima parte) in una serie che ripassa la Storia con vista sul futuro. 

Perché allo specchio, e alla berlina, ci sono gli italiani, quelli di ieri, di oggi e di sempre. Ce lo ricorda questa straordinaria serie- prodotta da Sky Studios e The Apartment, società del gruppo Fremantle e impreziosita dalle note distorte della musica elettronica di Tom Rowlands dei Chemical Brothers- da vedere e rivedere come un libro filmico per capire le ragioni del consenso e di una dittatura. . 


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