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lunedì 27 maggio 2024
di Claudio Fontanini
ROSALIE
Un magnifico affresco d’epoca che parla la lingua dell’amore
Una giovane donna nella Bretagna del 1870, un segreto nascosto dalla nascita e un matrimonio che dovrà sopravvivere alla crudeltà degli altri. Presentato a Cannes nella sezione Un certain regard, Rosalie di Stéphanie Di Giusto è un meraviglioso affresco d’epoca in bilico tra barbarie emotive e slanci poetici
Una giovane donna nella Bretagna del 1870, un segreto nascosto dalla nascita e un matrimonio che dovrà sopravvivere alla crudeltà degli altri. Presentato a Cannes nella sezione Un certain regard, Rosalie di Stéphanie Di Giusto è un meraviglioso affresco d’epoca in bilico tra barbarie emotive e slanci poetici

Ricoperta di peli sin dal primo giorno di vita per una disfunzione ormonale, la dolce Rosalie (la sensazionale Nadia Tereszkiewicz) ha sempre dovuto radersi per paura dello scandalo. Data in sposa dal padre, che l’ha sempre accudita, ad un proprietario di caffè indebitato (Benoit Magimel) dietro compenso di 15.000 franchi, la donna si rivela all’uomo chiedendole di amarla per quello che è. 

Non sarà facile, tra giornalisti che la sbattono in prima pagina (quanto vale lei visto che per la donna aragosta si pagano 4 franchi per vederla?) e la curiosità morbosa della popolazione locale che ne fa un fenomeno da baraccone. 

Con Rosalie che accetta all’inizio il gioco, anzi, è lei che lo stimola per coprire i debiti del marito e tentare finalmente di essere quello che è: una donna normale nonostante il suo aspetto. 
E mentre il marito frequenta bordelli ed è allo stesso tempo affascinato e ritratto da quella strana creatura che dorme nella stanza accanto alla sua, Rosalie, una che vorrebbe subito un figlio e prega Santa Wilgefortis, combatte la sua battaglia d’emancipazione scontando sulla sua pelle la propria diversità

Magnificamente diretto (la regista si è ispirata per la storia alle foto di Clémentine Delait, la donna con la barba divenuta famosa all’inizio del XX secolo), emozionante (la commovente prima notte di nozze vale il film), seducente, politico (ieri come oggi) e misterioso, Rosalie parla la lingua dell’amore con toni così reali da diventare favolistici. 

Con la Di Giusto capace di filmare il desiderio come poche (la sequenza della masturbazione lungo le rive del fiume) e mostrare uno dei baci più belli visti da molti anni in qua sullo schermo. Tra orrori di guerra e di natura ecco un inno alla libertà individuale e all’amore incondizionato che non fa mai della sua protagonista una vittima ma piuttosto un’eroina romantica. 

Tra The Elephant man di Lynch e La donna scimmia di Ferreri (con rimandi nel bellissimo finale a Lezioni di piano di Jane Champion), Rosalie si interroga sulla natura dell’uomo e sulle conseguenze dell’amore in 115’ di grande cinema d’autore.   




In sala dal 30 maggio distribuito da Wanted   


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