L’arte dell’incontro e quella dell’ascolto. Presentato alla Festa di Roma nella sezione Grand Public, I limoni d’inverno (bellissimo titolo allegorico) è un film intimo e delicato che disegna con raffinata psicologia il dolore esistenziale e quello fisico in un viaggio di reciproche conoscenze che diventa amorevole condivisione.
Interpretato da due attori in stato di grazia (un Christina De Sica in versione drammatica e mai così bravo e una Teresa Saponangelo capace di illuminare lo schermo con la sua carica di naturale umanità) il secondo lungometraggio di Caterina Carone (che torna a lavorare con De Sica dopo Fraulen - Una fiaba d’inverno) fa del terrazzo dei due protagonisti una sorta di limbo sospeso tra cielo e terra.
Una zona di confine nella quale Pietro, ex insegnante di lettere al liceo divorziato ed Eleonora, agente insoddisfatta del marito fotografo ed ex disegnatrice, trovano attraverso le piante l’occasione per aprirsi lentamente, prima a distanza di sicurezza e poi da vicino.
Parla di segreti, rinunce e lutti il bel film della Carone che senza mai essere ricattatorio emoziona con sincerità e discrezione. Per essere felici bisogna credere alla possibilità di esserlo (si cita Tolstoj) e allora ecco che una parete bianca può diventare l’occasione per una rinascita spirituale con quel magnifico disegno di Eleonora a simboleggiare una ritrovata consapevolezza. Di se stessa e degli altri.
Mentre quel professore che scrive un libro sul talento delle donne dimenticate dalla storia dimentica chiavi e non trova l’uscita della biblioteca dove fa ricerche letterarie.
Tra ascensori bloccati e prese di coscienza (Ho il terrore che tutto svanisca dice De Sica in una delle scene più belle e toccanti del film), brindisi sotto la pioggia e visite mediche (quella Tac come un viaggio senza ritorno), fughe al mare (Quando si diventa vecchi? Quando vedi gli altri fare il bagno…) e calligrafie da decifrare, I limoni d’inverno (scritto dalla Carone con Mario Luridiana, Remo Tebaldi, Anna Pavignano e Alessio Galbiati) è un film pudico e pieno di grazia che fa di Una giornata particolare di Scola il suo meraviglioso paradigma artistico. Davvero una bella sorpresa.
In sala dal 30 novembre distribuito da Europictures