Chi ha legato ad una sedia in casa sua, con una lettera A incisa sulla pancia e il manico di un coltello infilato nella vagina, Maureen Kearney? Sindacalista delegata della CFDT (Confederazione Democratica Francese del Lavoro) del colosso nucleare francese Areva, la protagonista del nuovo film di Jean Paul Salomè- una straordinaria Isabelle Huppert- è l’emblema di una femminilità scomoda e intrappolata tra strategie d’impresa e tagli del personale.
Storia vera iniziata nel 2012 e terminata 6 anni dopo- con un processo del quale non riveliamo l’esito- quella di Maureen K. (chissà perché il titolo italiano non rispetta l’originale, La Syndacaliste- e limita il cognome all’iniziale) si sviluppa sullo schermo come un thriller politico dove manipolazioni, ricatti e sospetti la fanno da padrone.
Con l’algida e impeccabile Maureen che passa da vittima ad indagata attraverso una serie di eventi che incrociano interessi economici (c’è di mezzo una contrattazione segreta tra l’azienda francese e la Cina) e segreti industriali.
E se fosse stata proprio lei, già in passato vittima di uno stupro ed ex alcolizzata, ad aver inscenato l’aggressione? Tanto più che la donna non ricorda i particolari dell’accaduto e la visita ginecologica non rivela lesioni (indimenticabile Huppert che dopo l’accurato controllo, si trucca allo specchio dell’ospedale col rossetto alla moda).
Tra poliziotti che non credono alla sua versione dei fatti e un marito musicista (Grégory Gadebois) che inizia a sospettare della moglie, sedie bruciate e frasi di romanzi gialli evidenziate, solidarietà femminile e patti sociali,
La verità secondo Maureen K.- passato l’anno scorso a Venezia nella sezione Orizzonti- è un film sui pericoli dell’oltrepassare i limiti- sociali, politici e di genere- imposti dalla società industriale dominata dagli uomini.
Teso, incalzante, ben recitato e ricco di sottotesti, il film di Salomè- che torna a dirigere la Huppert dopo La padrina- dimostra di maneggiare con sapienza una materia incandescente senza ricorrere a colpi bassi e scene ad effetto come magari avrebbe fatto nel caso un film americano.
E’ la forza del cinema francese, capace di trattare con classe il genere senza perdere peso specifico nella complessità dell’insieme. Con la Huppert a inserire nella sua sterminata galleria di gemme cinematografiche quest’altra perla espressiva da far vedere e studiare nelle scuole di recitazione.
In sala dal 21 settembre distribuito da I Wonder Pictures