Un giovane ancorato al passato (Valerio Lundini) e un centenario proiettato nel futuro (uno straordinario Sergio Castellitto). I due protagonisti de Il più bel secolo della mia vita, il bell’esordio alla regia di Alessandro Bardani, sembrano un ossimoro ma sono in realtà due facce della stessa medaglia. Quella della solitudine.
Dovranno condividere un viaggio in auto, meta la riscoperta delle proprie origini e l’attenzione dell’opinione pubblica verso un’assurda legge ancora in vigore in Italia. Quella che riguarda 400.000 persone e che impedisce ai figli non riconosciuti alla nascita di conoscere l’identità dei propri genitori biologici prima del compimento del centesimo anno di età.
Già dal magnifico e originalissimo inizio in bianco e nero- con quel ragazzino di un collegio che si issa sulle spalle un crocefisso e lo piazza come portiere al centro della porta da calcio (Avevate detto che era mio amico…si giustifica con la suora che lo rimprovera e lo mette in castigo)- si capisce che Il più bel secolo della mia vita- tratto da una fortunata pièce teatrale scritta dallo stesso Bardani con Luigi Di Capua e interpretata da Giorgio Colangeli e Francesco Montanari- non sarà la solita commediola italica tutta ammicchi e battute.
Incrociando Il sorpasso e Profumo di donna, Bardani (con lui alla sceneggiatura Di Capua, Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli) mette in scena invece un on the road intimo e malinconico che non risparmia momenti di irresistibile ironia (l’improvviso bisogno fisiologico di Gustavo, costretto ad appoggiarsi sulle spalle di Giovanni in una vigna, proprio mentre arrivano i proprietari…) che sanno sempre di vita vissuta. In fuga dal centro anziani (vi raccomandiamo il saluto alle suore di Gustavo), quel centenario poco interessato alla normativa e più intento a riassaporare emozioni perdute, darà lezione a quel giovane educato che parla come un libro stampato (perfetto Lundini) e nasconde la madre adottiva (Carla Signoris).
Presentato al Giffoni Film Festival e incorniciato da un bel brano inedito di Brunori SAS (La vita com’è), Il più bel secolo della mia vita riscalda il cuore senza scadere mai nella retorica dei sentimenti. Da applausi a scena aperta la prova di un superbo Castellitto.
Aiutato da un trucco perfetto (lode ad Andrea Leanza e agli effetti speciali della Creatures FX-ALCFX) che lo rende credibile anche esteriormente, l’attore romano dà vita ad una delle migliori prove della sua lunga carriera. Tra sguardi che vagano lontano, silenzi impietosi e battute al vetriolo condite da cinismo romano, una prova da David.
In sala dal 7 settembre distribuito da Lucky Red