Il titolo wagneriano la dice già lunga su questa avvincente epopea criminale firmata da Fatih Akin (La sposa turca, Soul Kitchen, Oltre la notte). In Rheingold, presentato in anteprima mondiale all’ultima Festa del Cinema di Roma, la mitologia tedesca moderna viene incarnata attraverso la parabola esistenziale di Giwar Hajabi, in arte Xatar, curdo iraniano di nascita cresciuto in Germania e capace di passare dal ghetto alla vetta del mondo attraverso la musica. Ispirato al libro autobiografico sulla sua vita (Alles oder nix- Tutto o niente) scritto dallo stesso Hajabi, il film del pluripremiato regista tedesco di origine turche trasfigura questo romanzo di formazione miscelando a meraviglia il cinema del miglior Guy Ritchie con la violenza improvvisa di Scorsese. Madre attivista combattente e padre musicista nell’Iran di Khomejni, Giwar (Emilio Sakraya) si ritrova catapultato nell’inferno di un carcere sin da piccolo.
Da aspirante criminale a grande spacciatore, da un parto sotto i bombardamenti in una grotta (il suo nome significa nato dalla sofferenza) all’adolescenza a Bonn dopo l’asilo politico parigino e fino al Conservatorio di Amsterdam, con quella vita spericolata che incrocia assassini e amici potenti fino alla scoperta del potere delle note e del business musicale che lo incoronerà rapper di fama mondiale (magnifica la sequenza della composizione del brano in carcere con i tasti di quel pianoforte finto disegnati sulla tavola della cella).
Film biografico e heist comedy, romanzo criminale e noir musicale ad alto voltaggio ( i testi delle canzoni sono adattati da Frankie hi-nrg che introdurrà la visione del film il 26 luglio a Firenze alle ore 21,15 all’Arena di Manifattura Tabacchi, il 27 a Milano all’Arianteo Fabbrica del Vapore sempre alle 21,15 e il 28 al cinema Barberini di Roma alle ore 21,30) Rheingold passa in rassegna pestaggi (Per strada non hai i guanti… gli dice il compagno di boxe che non li usa e lo protegge al suo arrivo a Bonn) e trafficanti, tesori immaginari (l’oro del Reno) e sevizie (quel dente d’oro estratto con forza durante un interrogatorio è per stomaci forti), vicine persiane innamorate e terrorizzate (sembra la Deborah di C’era una volta in America), cocaina liquida (la perdita del carico nelle bottiglie è tra le scene migliori del film) e guerre di buttafuori in 140’ brutali e vibranti.
Una storia di riscatto, sociale e morale, che evita la classificazione di genere e che accantona il fardello del destino nel nome della scelta individuale. Da vedere.
In sala dal 27 luglio distribuito da I Wonder Pictures