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lunedì 3 ottobre 2011
di Claudio Fontanini
Unici al mondo
"Racconto i sentimenti e il comune sentire" dice Michele Zarrillo, presentando il suo nuovo album

Sono passati cinque anni da L’Alfabeto degli amanti, il suo ultimo cd d’inediti e di Michele Zarrillo si sentiva la mancanza. Riflessivo e poco incline alle mode, musicista autentico e antipersonaggio per vocazione, il cantautore romano si ripresenta al suo pubblico con un nuovo album frutto di un anno e mezzo di lavoro. Anticipato dal bel singolo La prima cosa che farò, Unici al mondo (Sony Music) si compone di 10 brani che spaziano dal sociale all’intimistico tra melodie, pop-jazz e richiami etnici in un lavoro ispirato e dal respiro internazionale.

La centralità dell’uomo con le sue emozioni; un futuro da costruire tra illusioni e aspirazioni condivise con il prossimo, la persona amata o un figlio (Michele è diventato di nuovo padre a 54 anni, ndr.), la tenera nostalgia di un ricordo e l’incanto di un’aurora assaporata con un amico da “ammazzare e da abbracciare”, viaggi dentro gli occhi e filastrocche per bambini in un disco di poetici abbandoni e assoluta sincerità che, come tutti i lavori di Zarrillo, entra a poco a poco nella testa e nel cuore.

E’ un disco che vuole raccontare i sentimenti, il sentire comune dei nostri tempi che è sempre prevalente nelle mie canzoni - dice Zarrillo del suo nuovo progetto - e poi, come sempre, c’è molto amore, quello che spinge a cantare e  scrivere canzoni come nel mio caso”. Già dal titolo si afferma l’unicità di questo sentimento. “Il mio disco è una grande dedica all’amore, un inno al rapporto di coppia e all’incontro di persone uniche che vivono con passione quello che ti fa vivere a mezzo metro da terra”.

In In questo tempo (uno dei pezzi più belli del disco) canti “mi pento” e che “petrolio, oro e denaro sono i mali del mondo”. “La nostra è una società malata - dice Zarrillo - bisognerebbe fare retromarcia e tornare a dare il valore che meritano cultura e sentimenti. La tecnologia ci ha reso apparentemente più liberi ma poi in realtà molti diventano schiavi di mezzi freddi e aridi. Io credo che parlarsi, guardarsi negli occhi e magari abbracciarsi sia sempre il miglior antidoto alla solitudine dei nostri giorni”.

Non bisogna perdere mai di vista la vita vera - continua Zarrillo - anche se quei pochi potenti che gestiscono il mondo sembrano aver deciso di puntare tutto sull’economia. Viviamo in uno strano benessere nel quale si dà più importanza alla nuova icona sul telefonino che agli affetti autentici e in fondo la globalizzazione più che unirci ci ha costretti in una situazione a dir poco gravosa”.

Essere diventato di nuovo padre a 54 anni ti fa vedere la vita in modo diverso?Il sorriso di un bambino è quello che mi spinge a credere nonostante tutto nel futuro e in un mondo migliore e la responsabilità di vederlo crescere mi rende un uomo migliore”.

Sei tornato a scrivere dopo molti anni con Giampiero Artegiani (l’amico storico con cui ha condiviso gli inizi carriera nei Semiramis n.d.r.)  com’è andata?Ci siamo rincontrati casualmente anche se in questi anni non abbiamo mai smesso di sentirci. Cercavo nuove strade artistiche e sentivo il bisogno di sperimentare nuove soluzioni e sono soddisfatto della nostra intesa”.

Sullo stato della musica leggera italiana Zarrillo ha le idee chiare. “La nostra è un’epoca che non valuta a dovere le liriche e la costruzione musicale di un brano; oggi contano l’immagine, gli ammiccamenti e alla sostanza si preferisce l’immagine. E’ per questo che non riescono a imporsi artisti autentici e la tendenza domina colpevolmente il mercato. Il rischio - conclude Zarrillo- è continuare a vedere presunte stelline che cadono una dopo l’altra e allora viva Modugno, Battisti e la nostra tradizione

Cosa ti piacerebbe che si pensasse del tuo disco?Spero che ci si accorga del ruolo fondamentale della musica; è stato fatto un lavoro in studio lungo e meticoloso e ascoltandolo spero si apprezzi tutto questo”. Dal 3 dicembre in partenza il tour teatrale (tutte le date su www.colorsound.com) con debutto al Colosseo di Torino e arrivo a Roma il 21 gennaio al nuovo Gran Teatro di Saxa Rubra
 


Links correlati
http://www.michelezarrillo.it
http://www.colorsound.com
 
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Foto dall’Ufficio Stampa

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